da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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martedì 14 febbraio 2012

post scriptum

La Pinotti, almeno, dichiara di essersi accorta di avere sbagliato a pensare, come ha sbandierato in più occasioni, che questo fosse "il suo momento".
La Vincenzi, invece, che tanto aveva saputo mostrare dignità e attributi nella gestione del dopo-alluvione, mettendoci la faccia e l'impegno, è tornata a comportarsi da preside isterica, dando, nella sconfitta politica, il peggio di sé.
Ha le sue attenuanti, poveretta, l'hanno obbligata a una prova che avrebbe fatto girare le balle anche a un santo.
Resta il fatto che la sua uscita di scena, con accompagnamento di veterofemminismo e piagnisteo sulla persecuzione, non è molto onorevole.
Basso (segretario regionale PD) e Rasetto (segretario provinciale) annunciano dimissioni.
Bersani dice, correttamente, che bisogna sostenere Doria e, capziosamente, che non si dovevano presentare due candidate del PD.
Ora, tutto questo va a conferma di alcune mie riflessioni.
1 Esiste il fondatissimo pericolo che la sinistra, a Genova, replichi il suo vezzo suicida.
Qual'è, infatti, la "tragedia" di queste primarie? Che ha vinto, inevitabilmente, uno di sinistra.
Non è stato presentato dal partito. E allora? Non abbiamo perso nulla, a sinistra, anzi, abbiamo avuto l'occasione di testare la vicinanza (lontananza) degli elettori, e dato al PD il tempo di correggere gli errori senza aver consegnato alcunché all'avversario.
Il partito faccia tesoro dei voti andati a Doria e si adoperi per farlo vincere non contro la Vincenzi o la Pinotti o il PD medesimo, ma contro la destra. E' nelle elezioni del sindaco che gli sbagli possono costare cari.
In quest'ottica, le dimissioni del day after sono utili soprattutto ai titoli dei giornali e all'isteria collettiva.
Vinciamo davvero, prima. E dopo, magari, facciamo i conti.
2 Io sostengo che Doria non si è presentato contro il PD; a questo punto mi tocca però mettere in conto che un po' di PD sia contro Doria. (stupidaggine gigantesca!)
3 Caro Bersani, forse il problema, più che riguardare il numero delle candidate, concerne la loro qualità.
4 Se davvero Basso, che ha 36 anni, e Rasetto, che appare ancora più giovane, hanno sbagliato, con una strategia rivolta più alla famosa autoreferenzialità della sinistra che alle vere esigenze della città, questa è la prova provata che le minchiate, in politica, non sono appannaggio esclusivo degli anziani, come qualche rottamatore vorrebbe far credere.
In realtà, l'atteggiamento fin qui tenuto da alcuni quadri, locali e non, del partito tende a dimostrare che le minchiate sono come gli angeli: non hanno età né, a quanto pare, sesso.
5 Resto così ottimista da ritenere che, a Genova, la sinistra si debba impegnare di più, se vuole perdere il sindaco, però, mi pare davvero il momento di smetterla; abbiamo in cascina minchiate sufficienti per i prossimi dieci anni, se ne sentissimo la mancanza.

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