da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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lunedì 13 luglio 2015

accordo

Dopo questo "accordo" è sempre più difficile avere fiducia nell'Europa.
Intanto: se ancora avessimo dei dubbi, sembra che la Germania decida e gli altri debbano uniformarsi; nella migliore della ipotesi, le Europe sono già due, una dei paesi nordici e una dei paesi sudici o sudditi, del sud, insomma.
Quasi tutti i commentatori e perfino molti economisti hanno rimarcato l'assurdità della durezza delle condizioni imposte alla Grecia e della politica di austerità fin qui perseguita. 
Pur con tutte le loro colpe e le loro mancanze, mi immagino quanto si sentano Europeisti i Greci, in questo momento, ma non solo loro. Questa vicenda ha spazzato via la fiducia nell'unione di tutti quelli che pensano di correre, un giorno o l'altro, il rischio di avere bisogno di solidarietà.
E' un fatto innegabile che la Germania (e alcuni suoi esponenti politici) mal sopporti il governo di sinistra della Grecia e che stia facendo il possibile per eliminare ogni possibile focolaio di dissenso rispetto alla politica europea utile soprattutto ai Tedeschi.
Da adesso in poi, sappiamo tutti che l'Europa con le nazioni meno forti economicamente,(magari solo perché, a turno, più colpite dalla speculazione o dai giudizi negativi delle società di rating), è più matrigna che madre, più punitrice che solidale e, soprattutto, che l'unione non è irreversibile.
E la conoscenza di questa tendenza non può lasciare nessun paese davvero tranquillo.
E tutto ciò a seguito di un'intransigenza che ha portato e porta con sé svantaggi per tutti; alla lunga, perfino per chi l'ha fortemente voluta e messa in pratica.
Se l'Europa politica ha ancora un senso, almeno come traguardo a cui tendere, al di là dei calcoli finanziari che hanno prodotto la moneta unica, sarebbe bene che molti paesi si svegliassero e, davvero uniti, obbligassero gli egoisti arroganti a prendere maggiore coscienza del significato dell'Unione, prima che sia troppo tardi, prima che sparisca definitivamente dalle menti e dai cuori anche questo imperfetto inizio di Europa.

lunedì 6 luglio 2015

europa unita?

Sono sempre stato convinto della bontà della strategia dell'unione delle forze, del gioco di squadra, però, da parecchio tempo, nutro seri dubbi sul fatto che la politica europea sostenga gli stessi valori.
La Grecia è solo l'ultimo degli esempi.
Diamo pure per scontato che molte delle accuse che le rivolgono Junker e soci siano giuste: i conti truccati per entrare in Europa, le riforme di là da venire, l'evasione  (buono, Junker che stigmatizza l'evasione altrui, quando in Lussemburgo la agevolava), la corruzione.
Al netto di tutto questo, però, il problema rappresentato dalla Grecia era piccolo, all'inizio, ed è diventato sempre più grande con il proseguire degli irrigidimenti dei paesi ricchi.
Io non discuto nemmeno sulle colpe, (e la troika ne ha tante!) ma non c'è un motivo al mondo per lasciare quel Paese nella disperazione.
Non esiste che si perda la Grecia dal punto di vista storico, la parola democrazia è nata lì; non esiste che la si perda dal punto di vista sociale, non sono i bambini e i vecchi né, più genericamente, le fasce più deboli della società a dover pagare il prezzo di politiche sconsiderate e della mancanza di solidarietà europea; non esiste che si abbandoni la Grecia dal punto di vista della sicurezza: anche senza contare Alba Dorata, le meravigliose isole Greche, a un passo dalla Turchia, rischiano di diventare un altro "ventre molle" da cui potrebbero passare germi pericolosissimi per il mondo intero, che attecchiscono sempre dove c'è disperazione.
Tra l'altro, sono cinque anni che le ricette della troika spremono il limone greco; non hanno ottenuto risultati, e forse non c'è rimasto altro da spremere. 
Insomma, non c'è una ragione al mondo che non sia l'interesse finanziario dei ricchi, cinico, puro e semplice, che tanti danni ha già fatto e sta facendo nel mondo, per affamare un popolo europeo che si potrebbe e dovrebbe salvare. 
Io sono sempre stato europeista, ma la mia Europa è un'altra, è un'unione politica di Stati che collaborano per l'interesse comune dei Popoli.
Questa Europa del capitale e della finanza, fino ad ora, ha fallito in politica estera, ha fallito con i migranti, ha fallito con la Grecia.
Io resto dell'idea che l'Europa debba essere il nostro condominio, ma forse dovremmo cominciare a liberarci di amministratori troppo interessati ad accrescere il proprio potere e i privilegi dei privilegiati.