da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 29 luglio 2010

a proposito

A proposito di quanto ho scritto ieri sulle regole del sistema che dovrebbero essere governate dalla politica; se è vero ciò che è stato riportato oggi come una dichiarazione del ministro del lavoro Sacconi, sembra che egli intenda i contratti nazionali come "una cornice leggera entro la quale le parti gestiscono reciproche flessibilità."
Sarei curioso di vederla la flessibilità reciproca; secondo voi quale ha più probabilità di essere attuata, quella chiesta da Marchionne o quella domandata da Cipputi?
Come dicevo ieri, per una società più equa, il Capitale dovrebbe essere governato dalla Politica, che dovrebbe bilanciare lo svantaggio delle classi sociali più deboli.
Una vertenza presidiata da un ministro del lavoro così è come una partita dell'Inter che gioca contro l' Unione Sportiva Postini Ammogliati over 50, arbitrata da un tizio che, nei primi cinque minuti, fischia ai nerazzurri tre rigori e un'espulsione a favore per falli inesistenti.

mercoledì 28 luglio 2010

Profitto, profittatori e profittati

Marchionne ha ottenuto accordi peggiorativi per i lavoratori di Pomigliano.
Come era prevedibile, l'escalation (o de-escalation, a seconda dell'angolo visuale) non si ferma.
Il capofiat trasferisce importanti produzioni in Serbia, senza dire ne a ne ba preventivi a nessuno.
E, certamente, la "libertà d'impresa" significa anche questo: libertà di perseguire il massimo profitto possibile.
Dice Sergiocachemire che, se si vuole stare sul mercato, bisogna operare scelte dolorose.
Dolorose per chi?
Salta agli occhi di tutti che l'uomo dal maglione d'oro non avrà mai problemi di sopravvivenza, qualunque cosa accada. La stessa cosa non si può dire per i suoi operai.
Facciamo a capirci: da molto tempo ci siamo assuefatti al concetto che questa sia l'unica società possibile; una società dove è il profitto e non la politica a decidere le sorti della maggioranza degli individui.
Se il dio del capitale resta legittimamente il profitto ad ogni costo, è del tutto evidente che si allargherà sempre di più la forbice tra coloro che il profitto lo ottengono e coloro che, nel nome del profitto, vengono sacrificati.
Mi spiego meglio: il problema non è un Marchionne qualunque; il problema sono i Marchionne mondiali che, per tanti che siano, sono infinitamente meno dei Cipputi e di coloro che almeno Cipputi vorrebbero essere.
Se il Capitale, ispirato dalla ricerca del Profitto, dice che non si può far altro che limitare i diritti di una certa classe, che non c'è soluzione differente, ricordiamoci che lo schiavo è, per esso, la soluzione ideale; la meta a cui tendere.
Insomma, il Capitale, quando affama migliaia di lavoratori, non lo fa perché lui deve mangiare; ci dice che non c'è altra soluzione perché lui deve fare profitto.
C'è una bella differenza.
Un'altra cosa: se la tendenza rimane quella per cui ogni imprenditore è assolutamente libero di andare dietro al profitto dovunque, si produrrà, tra non molto, un' èlite di imprenditori che guadagneranno sempre di più in paesi magari diversi dai loro, impoverendo di più e in maggior numero le categorie più deboli nei paesi di origine.
Per fare un esempio pratico, se ogni imprenditore seguisse l'esempio di Marchionne, l'Italia sarebbe un paese di disoccupati, oppure di lavoratori al ribasso, con imprenditori sempre più ricchi.
Un cinico direbbe che così va il mondo, che bisogna adeguarsi.
I0 (e, per fortuna, anche qualcun altro, più in gamba di me) dico che dovrebbe essere la politica a bilanciare situazioni così evidentemente inique, a governare il sistema producendo regole che tengano sempre conto della necessità di difendere i più deboli.

domenica 25 luglio 2010

ciao Germana

Germana se n'è andata.
Non è facile parlare di lei. Non è per niente facile perché, per quanto si possa dire di buono, si dimenticherà di sicuro qualcuna delle sue qualità.
E nessuna parola renderà l'idea di chi fosse.
So che quanti l'hanno conosciuta mi capiscono e so che hanno tutti parole migliori delle mie dentro il loro cuore.
Mi è capitato, anche di recente, di presentarle persone; ognuno, quando le si accostava, rimaneva immediatamente conquistato dalla sua gentilezza e dolcezza, e ammirato per la sua semplicità e il suo talento.
Non c'è mai stata una persona, neanche nell'ambiente a volte ingeneroso del teatro, che mi abbia parlato male di lei.
Germana era curiosa intellettualmente, di tutto. Stava in mezzo ai giovani e ci stava bene, leggeva, studiava, imparava copioni a memoria, si dedicava alle prove dell'ultimo spettacolo che abbiamo fatto insieme, due anni fa, con l'energia e l'entusiasmo di una ragazza.
Germana mi mandava sms e e-mail, navigava su internet; non c'era niente che non capisse o che non volesse capire.
Germana non mi ha mai detto -sono stanca- tranne quando, negli ultimi giorni della sua malattia, mi parlava faticosamente dal letto dell'ospedale.
Ho imparato da lei, sul palcoscenico, e credo mi abbia insegnato qualcosa anche del modo di affrontare la vita.
Mi ha dato consigli, scherzando sulla certezza che non li avrei seguiti.
Non è vero. Di solito non ascolto consigli, ma nel suo e in pochi altri casi ho fatto qualche eccezione, senza pentirmene.
Lei lo sapeva benissimo, e credo ne fosse contenta.
Come attrice era formidabile; ho scritto più di uno spettacolo, pensando a lei per parti importanti, e non ho sbagliato a giudicare dagli applausi a scena aperta che accompagnavano spesso il suo lavoro.
Sul palco sapevi sempre di poter contare su di lei, non solo per la sua memoria e il suo rigore professionale, ma perché la sua intelligenza e la sua forza, uniti a un uso sapiente dell'esperienza, la mettevano in grado di affrontare qualsiasi imprevisto.
Fuori scena era allegra e disponibile a ridere di ogni battuta, a patto che non fosse di cattivo gusto.
Da oggi mi mancherà una donna semplice e colta, un'amica, una collega, una mente attenta e acuta e un cuore aperto e generoso.
Io non ho il dono di una grande fede, ma, in momenti come questo, spero davvero che ci sia un posto dove ci si possa un giorno ritrovare.
Ciao Germana.

mercoledì 14 luglio 2010

polveroni

Polveroni. Non è il fratello maggiore della governatora del Lazio, ma il giudizio del presidentedelconsiglio su quanto sta accadendo rispetto all'ultima banda di delinquenti che tessevano (tessono?) trame eversive (posto che, in questo Stato, siano chiari i ruoli di eversori e eversi).
Comunque sia, se lo dice lui, c'è da crederci. Di P2 e simili è senz'altro competente.
Intanto l'ONU ammonisce l'Italia sulla legge-bavaglio.
Anni fa era stata Amnesty International, se non sbaglio, a intervenire sul G8.
Il mondo deve essere davvero in mano ai comunisti.
Ricordo che, non molto tempo fa, guardavo con stupore e indignazione a quei paesi che ricevevano rimbrotti e sanzioni per motivi analoghi da organizzazioni internazionali.
Mi sembravano (ci sembravano) arretrati e incivili e compativo (compativamo) quei popoli che non avevano ancora raggiunto il nostro grado di democrazia.
Ora che ci siamo dentro, i nostri governanti che hanno (come ripete il disco rotto di Gasparri a ogni nuova indecenza) il mandato degli elettori, fanno spallucce.
L'ONU si faccia gli affari suoi.
Ma allora perché l'Europa è stata presa così sul serio quando ci ha detto che le pensioni tra uomini e donne non andavano discriminate?
Tanto sul serio da adeguare l'anzianità delle dipendenti pubbliche a quella dei maschi e non viceversa.
Tant'è... ci sono campanelli d'allarme che suonano su frequenze diverse.
Anche i cani percepiscono suoni che gli uomini non riescono ad avvertire, però loro non mi paiono sordi al rumore delle cannonate.

sabato 10 luglio 2010

PI quante?

P2; p3; p4, e via discorrendo.
Rispunta la figura inquietante di quel Carboni, faccendiere per eccellenza, già coinvolto e sgusciato via da alcuni dei più torbidi avvenimenti della nostra tormentata storia recente.
Rispunta fuori in Sardegna, accostato al nuovo governatore che ha spodestato Soru.
Neanche il tempo di guardarsi attorno, et voilà, abbiamo lo scandalo eolico.
Rispunta fuori come componente di un "comitato segreto" che cercava di "convincere" i giudici della consulta a non ostacolare il lodo Alfano.
Se è vero, la prima domanda da porci (in tutti i sensi) è: ma che gliene frega a Carboni del lodo Alfano?
E, aggiungo, se Carboni è favorevole al lodo Alfano, ci sono buone possibilità, qualora qualcuno ancora ne dubitasse, che detto lodo sia una pessima cosa, gradita ai delinquenti come, per esempio, la legge sulle intercettazioni, gradita anche essa, guarda caso, a Silvio Primooeultimo.
Allora: Carboni era mischiato con la P2, il nostro presidente pure; il piano Rinascita di don Licio sembra, a rileggerlo oggi, il consuntivo delle operazioni dell'attuale governo.
Due indizi fanno una prova, si diceva. E tre, quattro, cinque, diecimila indizi, suffragati da prove e testimonianze ed evidenze, e mani nel sacco, che cosa fanno?
Ohimé, l'Italia, temo.

mercoledì 7 luglio 2010

Consenso di chi?

Adesso ha contro anche le regioni, comprese alcune di quelle governate dalla destra.
Ma per chi governa questo governo?
Se siamo arrivati all'assurdo di pezzi dello Stato in lotta contro lo Stato, conviene cominciare a chiedersi di chi stia facendo gli interessi il potere centrale, apparentemente sempre più scollato dal resto del Paese.
Vediamo: sicuramente ha il consenso di tutti coloro ai quali danno fastidio le intercettazioni telefoniche; di certo ha il consenso di quelli che mal sopportano regole amministrative o edilizie; di sicuro ha fatto qualcosa per gli evasori che hanno portato i soldi all'estero e per quelli che, come dire, "addomesticano" i bilanci; poi si è speso a favore della FIAT e della sua proposta di fare della fabbrica di Pomigliano una zona franca costituzionale; poi piace a coloro che intendono limitare la libertà di stampa e a quanti ritengono che l'istruzione e la ricerca non siano beni primari per una Nazione, e a quanti amano vivere in un paese dove esista una casta di intoccabili, più o meno come in Francia, prima della rivoluzione epocale che ha tolto i privilegi ai nobili in maniera piuttosto cruenta.
Se rientrate in una di queste categorie, continuate a identificarvi in questo governo, sarà bellissimo vivere un nuovo medioevo.