da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 31 ottobre 2013

la strada verso la normalità è irta di Berlusconi

A volte, ormai, vediamo e ascoltiamo cose della cui portata non ci rendiamo pienamente conto, assuefatti come siamo ad ogni stupefacente assurdità.
Se però ci fermiamo un momento a pensare, la reazione scomposta e virulenta di Cialtron Escort e dei suoi uccellacci e uccellini alla notizia del voto palese sulla sua decadenza ha dell'incredibile.
Si vorrebbe infatti far passare come accanimento contra personam una procedura di voto che prevede assoluta trasparenza nei votanti chiamati ad assumersi pubblicamente la responsabilità della loro opinione, e che sarebbe forse auspicabile rendere più diffusa tra gli esponenti politici..
Certo, questo sistema rende più difficili accordi e compravendite di voti. Dove è lo scandalo?
Forse nel fatto che siamo ancora in attesa di voti per buttare fuori dal parlamento un reo acclarato di reati facilitati dalle sue cariche politiche, un personaggio che dovrebbe essere decaduto nell'istante del verdetto, o un minuto dopo, spontaneamente, se avesse conservato un briciolo di dignità e amore per il paese che gli ha permesso di prosperare.
Invece tocca sentire anche gli sproloqui del malfattore che si dice certo del ribaltamento della sentenza sulla sua colpevolezza.
Qualcuno mi può spiegare se è una battuta di spirito? Qualcuno mi può chiarire quale altro tribunale si farà carico del processo, visto che il giudizio espresso è quello dell'ultimo grado? L'imputato si rivolgerà all'Europa, dove lo stimano e lo amano per numerose gaffes e lo reputano, nel migliore dei casi, un importuno giullare? Si rivolgerà alla parte di continente che gli riserva il rispetto e l'apprezzamento degli  gli ultimi dittatori? Perorerà la sua causa su Marte? O, procrastinando i tempi delle varie votazioni, comparirà nel Giorno Del Giudizio con l'idea balzana di comprare, se non il verdetto, almeno un'alleanza ? Forse Ghedini dovrebbe rammentargli che il patto col diavolo è soprattutto un modo di dire e un'invenzione letteraria.
E, parlando di giustizia, che dire del ministro Cancellieri, la quale riconosce di essersi attivata, dopo alcune telefonate di un membro della famiglia,  per la scarcerazione di Giulia Ligresti per ragioni umanitarie?
Che, con tutto il rispetto per l'umanità del ministro, stupisce come la signora non si renda conto di quanti carcerati meno prestigiosi meriterebbero almeno altrettanta umanità senza avere accesso al numero di telefono in grado di soddisfare anche le loro esigenze.
Che, con tutto il rispetto, un'umanità resa accessibile dalla conoscenza di un numero di telefono, non alla portata di tutti, sembra altro.

bullismo mediatico

La notizia è che, in una scuola media, non importa dove, il preside ha denunciato alcuni ragazzini responsabili del pestaggio di un compagno disabile e, a quanto parrebbe, non ha fatto differenza tra gli esecutori materiali della violenza e coloro che vi assistevano, riprendendo il fatto con i telefonini.
Secondo me, però, la gravità di ciò che è accaduto sul momento tra i ragazzi è stata ulteriormente incrementata dalle reazioni di alcuni  genitori che si sono schierati dalla parte dei figli coinvolti, ritenendo troppo severo il preside.
Voglio fare tutti i distinguo possibili. Ero un alunno abbastanza turbolento, mi è capitato di fare a botte, magari mi è anche capitato (ma qui i dubbi si fanno più seri) di fare il bullo con qualche compagno più timido, ma, per mia fortuna, durante tutto il mio percorso scolastico non erano stati inventati i telefonini, né il cinismo ebete che troppo spesso li accompagna; inoltre, qualsiasi cosa mi abbia imputato un educatore, i miei genitori hanno sempre rincarato la dose.
Proprio da qui parte l'aspetto più pericoloso della vicenda: ai ragazzi protetti sempre e comunque da padri e madri che non li ritengono mai colpevoli di alcunché solo per il fatto di essere figli, si prepara un futuro con poche speranze di diventare cittadini responsabili e di formare una società civile.
Ognuno di questi ragazzi, di fronte all'imposizione di regole si sentirà vittima di un'ingiustizia, perché gliel'ha detto la mamma, o il papà, che lui non ha colpa o che la punizione è eccessiva.  
E così il tentativo di aiutarlo nella formazione del carattere e di quei valori che gli diano percezione del bene e del male è minato proprio dalle persone che più di ogni altra dovrebbero desiderarne il successo.  
E tanti fallimenti singoli finiscono per provocare il fallimento collettivo.

martedì 15 ottobre 2013

con divisioni

Ci sono due argomenti sui quali mi tocca condividere pareri di persone che non amo particolarmente (una) e che detesto sinceramente (l'altra).
La prima opinione che mi sento di avallare è, sostanzialmente, la mia sulle parole di Napolitano riguardo a amnistia e indulto, che ho ritrovato, quasi pari pari, sulla bocca di Renzi.
Giuro che io non gli ho detto niente, e tuttavia i dubbi espressi dal sindaco sull'opportunità della scelta di tempo (date alcune concomitanze), per riproporre la solita soluzione all'affollamento delle carceri, sono anche i miei.
Sono convinto anch'io che il problema delle nostre prigioni ci ponga in una condizione vergognosa, e condivido la necessità di un sistema carcerario più civile, ma se davvero vogliamo fare qualcosa, vorrei sentir parlare del serio avvio di una seria riforma, che comprendesse anche ristrutturazioni e costruzioni di luoghi di pena e non solo il solito "mettiamone fuori un po".
Diciamo allora che, se è vero che le concomitanze sono solo un cattivo pensiero, avrebbe un senso considerare l'indulto e l'amnistia come l'inizio di una riforma globale, senza fare, stavolta, il solito pastrocchio reso nuovamente inutile nel corso di un paio d'anni, rammentando inoltre che tali provvedimenti hanno lo stesso valore educativo dei condoni a cui siamo tristemente abituati. 
E, anche così, mi domando quanto sia opportuno parlarne proprio adesso, suscitando polemiche e strumentalizzazioni assortite.
Uno, poi, con cui non avrei mai pensato di condividere altro che il pianeta e l'atmosfera, è Angelino Setteamarezze Alfano.
E tuttavia, la sua affermazione "Non sarà l'eliminazione della Bossi-Fini a fermare il conto dei morti in Mediterraneo" non fa una piega.
Intendiamoci: la Bossi-Fini è un obbrobrio e va cassata "a prescindere", ma condivido il parere di Gad Lerner che sostiene l'utilizzo di traghetti per garantire rotte sicure ai profughi.
Aggiungo che mi pare una strada più efficace e corretta e forse anche meno costosa economicamente quella che potrebbe prevedere accordi per partenze contingentate tra i paesi di provenienza e l'Europa.
I disperati che si affidano agli scafisti pagano cifre esorbitanti che forse, molto ridotte, potrebbero perfino contribuire a finanziare in parte un servizio regolare sostenuto da tutti i paesi europei.
Togliere il business dalle mani dei trafficanti di uomini, questo sì potrebbe servire davvero a ridurre i cadaveri sul fondo del Mediterraneo e ad alleggerire il peso delle tragedie vissute quotidianamente dai migranti e da quanti sono lasciati soli a sostenere il peso della loro accoglienza.
  

sabato 5 ottobre 2013

Ne ho sentito parlare troppo e troppo a sproposito, e volevo tacere.
Ma qualche parola per ricordare i disperati morti di Lampedusa mi sembra una dolorosa necessità.
Le strumentalizzazioni politiche di una tragedia del genere, di cui è emersa in questi giorni solo una drammatica punta di iceberg, non meritano, loro no davvero, cittadinanza nei cuori di ogni donna e uomo degni di questo nome.
Vorrei solo dire al ragazzo del bar che si indignava per il fatto che fosse proclamato il lutto nazionale, per "quelli là", mentre lui, italiano conduce una vita dura, e a quanti la pensano come lui, che quelle donne e quegli uomini, prima di partire, sanno di avere un' altissima percentuale di rischio di morire male, nel deserto, sulla strada, in mare, durante il loro viaggio tremendo di migliaia di chilometri, eppure partono lo stesso e portano con sé i loro figli piccoli, sapendo anche che corrono il rischio di veder morire prima loro.
Quale orrore può essere immaginato così grande da un occidentale che non se la passa bene, da indurlo ad affrontare quello che si aspettano questi migranti durante un viaggio orribile e, probabilmente, mortale?  
Ecco, se riuscissimo a capire questa cosa, semplice in fondo, che il posto in cui siamo nati non è un nostro merito, né è un demerito essere nati altrove, forse ci avvicineremmo un po' alla soluzione del problema.

la corsa delle beghe

Trattandosi di Cialtron Escort, le beghe si sono già messe in moto.
La famiglia Addams (Sallusti e Santanché) difende a spada tratta la mossa ecumenica e sorprendente del Lader maximo e taccia di vigliaccheria e tradimento i "diversamente scissionisti".
Si perché, secondo la Santa, votando la fiducia, Lui ha impedito che si consumassero tradimenti, da uomo refrattario a ogni minuscola infrazione etica qual'è (aggiungo io)
Così come i buddisti rispettano anche la più piccola forma di vita, Cialtron si immola per non vedere offesa la più piccola particella di moralità.
Secondo il fratello canaglia di zio Fester, invece, uomo di specchiata onestà intellettuale, tale da fruttargli una grazia per aver calunniato un magistrato sul suo giornale, chi abbandona il boss nel momento del bisogno è un individuo spregevole.(!)
Ora: tralasciando il fatto che, a parer mio, il senso dello Stato che hanno i capricciosi ex lacché si può misurare forse col microscopio elettronico, mentre è molto radicato in loro il senso della poltrona; in questo frangente, antitetico ai diktat di Al Cerone; mi pare evidente che il brusco  e poco dignitoso voltafaccia del boss, oltre a fruttargli il superamento del record planetario di faccia di bronzo, di cui è già detentore, sia determinato dalla sua preparazione alla corsa. 
Si tratta di vedere se riuscirà a "riconquistare" abbastanza in fretta la "fiducia" del ramo sghembo della famiglia.
In parole povere; se il ricorso al portafoglio o ad altri benefits riuscirà  a essere rapidamente appetibile per valori di mercato maggiori di quelli dei Razzi e degli Scilipoti rimasti.
La corsa durerà una ventina di giorni, di qui al voto definitivo in parlamento. Chi si porterà via il premio? L'Italia o Cialtron Escort?
Io continuo a domandarmi come sia possibile che non l'abbiano almeno buttato fuori da ogni incarico all'indomani della sentenza definitiva. 
Intanto, i progetti Formigoniani e Alfaniani e Lupigni di costituire nuovi soggetti politici, sembrano per il momento accantonati, o forse solo sospesi per alzare il prezzo (politico, s'intende!)
Venghino, venghino, siore e siori! Un'occasione del genere non la si trova tutti i giorni! Facciano presto!