da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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mercoledì 28 maggio 2014

Europa

Tanto per cominciare: non era un'elezione italiana; eppure il dubbio poteva venire a leggere i giornali e guardare le tv, tutti intenti ai fatti provinciali che riguardano il "particulare" dei tre leader e competitors nostrani.
Non mi ha stupito il flop di Grillo. Sta alla politica come un cane ringhioso ai ladri; ha una sua utilità, quella di far paura, e io credo che senza di lui la politica italiana sarebbe più spudorata nella sua arrogante e incurante autoreferenzialità e nella difesa dei propri privilegi. 
Detto questo, un cane ringhioso non è adatto a pianificare un'azione di governo.
D'altro canto, avete notato come Grillo sia passato nuovamente al suo grande mestiere di comico per commentare la sconfitta?  Il momento del maalox preso da lui e offerto a Casaleggio è stato quello più simpatico che lo ha visto protagonista da anni a questa parte. 
Ecco, lui ha questo enorme vantaggio, quando non ce la fa più come politico, può sempre tornare a fare il comico, con esiti felicissimi.
D'altro canto, se ci viene in mente che Grillo, pretendendo di impossessarsi della figura di  Berlinguer, sembra Berlusconi che sostiene di essere in sintonia con Papa Francesco, ricordiamoci che tra loro esiste almeno una fondamentale differenza: Beppe è un comico volontario, Cialtron Escort fa ridere solo quando non vorrebbe.  
Ma, tornando ai fatti di casa nostra legati all'Europa, devo dire che quel che mi ha più sorpreso è stato il risultato di Salvini, che, oltre a essere il capo di un'accozzaglia fuori dal tempo e dalla realtà, (e anche un po' sputtanata) mi sembra perfino meno dotato dei suoi predecessori.
Certo, il referendum contro la Fornero, qui da noi funziona per attirare un consenso trasversale e colossale, ma è come sparare sulla croce rossa!
Per quanto concerne invece il programma anti-euro... bah, forse non ci crede neanche la Le Pen.
E con la Le Pen arriviamo alla dimensione reale di queste ultime elezioni, nel senso che lo scenario europeo non mi tranquillizza per niente. Che una nazione come la Francia abbia quel partito come primo partito mi fa venire i brividi e certo non aiuterà l'Europa a migliorare. D'altra parte non avrei mai pensato nemmeno di vedere un nazista dichiarato seduto al parlamento europeo.
A meno che, anche qui, la fifa non sproni a cambiamenti positivi...
Io credo che Le Pen sia il grande fallimento di Hollande che non ha dato decisamente buona prova di sé, al contrario del traino provocato qui da noi dall'Ego della Bilancia; Supermatteorenzi, di cui adesso sono tutti fans dichiarati. 
Per la verità, io mi incavolo quando sento il giornalista del Fatto Quotidiano, Comesonfigoscanzi, dire che Renzi non ha fatto nulla "al netto degli 80 euro in busta paga", perché, fosse anche così, è già più di quanto abbiano fatto gli altri, al netto di nulla; tuttavia quando vedo che nel gruppo dei supporter del Matteo rampante c'è anche Marchionne, c'è Tronchetti Provera, c'è Abete.... un po' mi preoccupo.
Ma forse patisco anch'io di provincialismo, e chissà che l'Italia non riesca ad aiutare l'Europa a correggere la rotta.

mercoledì 7 maggio 2014

meritocrazia

Ci sono parole che diventano di moda, o che usiamo così tanto da credere di conoscere bene ogni implicazione di ciò che descrivono.
Meritocrazia sembrerebbe un termine positivo. Ci manca, e la invochiamo spesso a far da opposto a un sistema che privilegia clientelismi e raccomandazioni.
Però.
Però se io fossi titolare di una ditta di pompe funebri e avessi alle mie dipendenze un pluriomicida, dovrei di sicuro fargli fare carriera per gli indubbi meriti vantabili nei confronti dell'azienda.
Certo, è un paradosso.
E allora, un consulente finanziario in grado di far guadagnare milioni alla sua società vendendo titoli spazzatura forse non potrebbe vantare meriti nei confronti di quest'ultima?
E un manager che licenzia facendo salire le quotazioni dell'azienda committente i tagli, non opera in maniera meritevole ai suoi occhi?
Potremmo continuare all'infinito, scoprendo che certe parole non vanno gridate come proclami perché non sono, da sole, il simbolo di alcunché; esse hanno bisogno di descrivere sostanza e appoggiarsi a valori.
"Meritocrazia" è perfino una parola negativa se non si definisce prima e senza equivoci o infingimenti il concetto di "merito", se non si appoggia a un'etica condivisa e favorevole all'essere piuttosto che all'avere. 

lunedì 5 maggio 2014

il calcio ar Colosseo

Giusto pochi giorni fa parlavo del voltastomaco che mi ha dato l'applauso di un gruppo di poliziotti a degli assassini.
Neanche il tempo di riprendersi dal conato e arriva la maglietta che invoca la libertà per l'assassino di un poliziotto. (condita da sparatorie, scontri e fischi all'inno nazionale in uno stadio)
Due botte così, a distanza ravvicinata, ti scuotono parecchio; viene da pensare che non ce la possiamo fare, che forse l'unico antidoto a questo delirio di violenza è inventare un nuovo Colosseo (il vecchio no, è prezioso), chiuderceli dentro e lasciare che si scannino tra loro.
Ma non si può. Dobbiamo reagire con misure severe e incruente, recuperarli alla società civile.
Dai gladiatori in poi, noi abbiamo alle spalle duemila e spiccioli anni di civiltà, di cultura. 
O no?