da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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mercoledì 4 dicembre 2013

requisiti e inquisiti

Questa è incredibile!
Una notizia pubblicata da Repubblica riferisce che Forza Italia e Lega ritengono che i senatori a vita nominati da Napolitano non abbiano i requisiti di altissimi meriti scientifici e/o sociali necessari per assumere la carica.
Ora questo significa che Carlo Rubbia (premio Nobel) Renzo Piano (architetto così famoso che è inutile elencarne opere e benemerenze in tutto il mondo, a proposito di made in italy) Abbado (direttore di orchestra un tantino celebre) e Cattaneo (neurobiologa di caratura internazionale), sono giudicati inadeguati da esponenti di un consesso che ha le sue punte di diamante in Razzi e Scilipoti, ma che annovera tra i suoi titolati esponenti: Giovanardi, Gasparri, Minzolini, Sacconi, Verdini; e che annoverava anche Dell'Utri, Bossi e il decaduto Berlusconi.
Posto che, dati gli esponenti, i partiti di cui essi sono membri potrebbero chiamarsi a buon titolo Forza I-taglia e Lega-teli, quanti di noi si sentono più orgogliosi di essere rappresentati dai Razzi e Scilipoti piuttosto che dai Rubbia e dagli Abbado?
Per dire... a voi piacerebbe di più se, all'estero, vi riconoscessero come conterranei di Renzo Piano o di Carlo Giovanardi?  

domenica 1 dicembre 2013

segretario PD

Ho visto un po' del confronto televisivo tra i tre candidati alla segreteria PD.
Ho apprezzato tutti e tre per motivi diversi.
Il mio preferito è stato Civati, che ha dalla sua la giovinezza; Cuperlo mi sembra quello più di sinistra e questo mi piace.
Ma vincerà Matteo Renzi, che mi   pare sempre più, nella malandata politica di questo paese, l'Ego della bilancia.

giovedì 28 novembre 2013

boh...

E' decaduto, finalmente.
 e io continuo a stupirmi del fatto che ci sia:
- chi ha gridato vergogna all'applicazione della legge
- chi ha accusato il parlamento di aver compiuto un atto illegale
- chi ha accettato che si parlasse di colpo di stato
- chi ha protestato per l'accelerazione di un provvedimento che, secondo logica e buon senso, e comunque, anche secondo legge, si sarebbe dovuto applicare all'indomani della sentenza definitiva.
- chi ha avuto il coraggio di sostenere che rischiamo la martirizzazione di un tizio reo acclarato a seguito di tre gradi di giudizio e sotto processo almeno per un altro paio di reati
- chi lo continua a menare sostenendo che chi ha avuto tutti i processi di Cialtron Escort è un perseguitato. (ci ho provato anch'io, ma quando ho sostenuto che la sfilza di quattro in pagella era la prova che i professori ce l'avevano con me, i miei mi hanno preso a calci nel culo)
- chi asserisce che va all'opposizione perché non gli piace la legge di stabilità.
In tutto questo bailamme di minacce e sproloqui e ritorsioni e aizzamenti vari, non ho sentito una voce, a destra, alzarsi per parlare dei problemi del Paese, dei problemi della gente che vive, da anni, una decadenza indicibilmente meno dorata di quella del lader maximo. 
Il programma politico dei rapaci Berluscones è ormai fin troppo evidentemente diretto alla tutela degli interessi dell'individuo che tutela i loro interessi.
E ai loro elettori sembra che questo piaccia.
Boh... 

giovedì 31 ottobre 2013

la strada verso la normalità è irta di Berlusconi

A volte, ormai, vediamo e ascoltiamo cose della cui portata non ci rendiamo pienamente conto, assuefatti come siamo ad ogni stupefacente assurdità.
Se però ci fermiamo un momento a pensare, la reazione scomposta e virulenta di Cialtron Escort e dei suoi uccellacci e uccellini alla notizia del voto palese sulla sua decadenza ha dell'incredibile.
Si vorrebbe infatti far passare come accanimento contra personam una procedura di voto che prevede assoluta trasparenza nei votanti chiamati ad assumersi pubblicamente la responsabilità della loro opinione, e che sarebbe forse auspicabile rendere più diffusa tra gli esponenti politici..
Certo, questo sistema rende più difficili accordi e compravendite di voti. Dove è lo scandalo?
Forse nel fatto che siamo ancora in attesa di voti per buttare fuori dal parlamento un reo acclarato di reati facilitati dalle sue cariche politiche, un personaggio che dovrebbe essere decaduto nell'istante del verdetto, o un minuto dopo, spontaneamente, se avesse conservato un briciolo di dignità e amore per il paese che gli ha permesso di prosperare.
Invece tocca sentire anche gli sproloqui del malfattore che si dice certo del ribaltamento della sentenza sulla sua colpevolezza.
Qualcuno mi può spiegare se è una battuta di spirito? Qualcuno mi può chiarire quale altro tribunale si farà carico del processo, visto che il giudizio espresso è quello dell'ultimo grado? L'imputato si rivolgerà all'Europa, dove lo stimano e lo amano per numerose gaffes e lo reputano, nel migliore dei casi, un importuno giullare? Si rivolgerà alla parte di continente che gli riserva il rispetto e l'apprezzamento degli  gli ultimi dittatori? Perorerà la sua causa su Marte? O, procrastinando i tempi delle varie votazioni, comparirà nel Giorno Del Giudizio con l'idea balzana di comprare, se non il verdetto, almeno un'alleanza ? Forse Ghedini dovrebbe rammentargli che il patto col diavolo è soprattutto un modo di dire e un'invenzione letteraria.
E, parlando di giustizia, che dire del ministro Cancellieri, la quale riconosce di essersi attivata, dopo alcune telefonate di un membro della famiglia,  per la scarcerazione di Giulia Ligresti per ragioni umanitarie?
Che, con tutto il rispetto per l'umanità del ministro, stupisce come la signora non si renda conto di quanti carcerati meno prestigiosi meriterebbero almeno altrettanta umanità senza avere accesso al numero di telefono in grado di soddisfare anche le loro esigenze.
Che, con tutto il rispetto, un'umanità resa accessibile dalla conoscenza di un numero di telefono, non alla portata di tutti, sembra altro.

bullismo mediatico

La notizia è che, in una scuola media, non importa dove, il preside ha denunciato alcuni ragazzini responsabili del pestaggio di un compagno disabile e, a quanto parrebbe, non ha fatto differenza tra gli esecutori materiali della violenza e coloro che vi assistevano, riprendendo il fatto con i telefonini.
Secondo me, però, la gravità di ciò che è accaduto sul momento tra i ragazzi è stata ulteriormente incrementata dalle reazioni di alcuni  genitori che si sono schierati dalla parte dei figli coinvolti, ritenendo troppo severo il preside.
Voglio fare tutti i distinguo possibili. Ero un alunno abbastanza turbolento, mi è capitato di fare a botte, magari mi è anche capitato (ma qui i dubbi si fanno più seri) di fare il bullo con qualche compagno più timido, ma, per mia fortuna, durante tutto il mio percorso scolastico non erano stati inventati i telefonini, né il cinismo ebete che troppo spesso li accompagna; inoltre, qualsiasi cosa mi abbia imputato un educatore, i miei genitori hanno sempre rincarato la dose.
Proprio da qui parte l'aspetto più pericoloso della vicenda: ai ragazzi protetti sempre e comunque da padri e madri che non li ritengono mai colpevoli di alcunché solo per il fatto di essere figli, si prepara un futuro con poche speranze di diventare cittadini responsabili e di formare una società civile.
Ognuno di questi ragazzi, di fronte all'imposizione di regole si sentirà vittima di un'ingiustizia, perché gliel'ha detto la mamma, o il papà, che lui non ha colpa o che la punizione è eccessiva.  
E così il tentativo di aiutarlo nella formazione del carattere e di quei valori che gli diano percezione del bene e del male è minato proprio dalle persone che più di ogni altra dovrebbero desiderarne il successo.  
E tanti fallimenti singoli finiscono per provocare il fallimento collettivo.

martedì 15 ottobre 2013

con divisioni

Ci sono due argomenti sui quali mi tocca condividere pareri di persone che non amo particolarmente (una) e che detesto sinceramente (l'altra).
La prima opinione che mi sento di avallare è, sostanzialmente, la mia sulle parole di Napolitano riguardo a amnistia e indulto, che ho ritrovato, quasi pari pari, sulla bocca di Renzi.
Giuro che io non gli ho detto niente, e tuttavia i dubbi espressi dal sindaco sull'opportunità della scelta di tempo (date alcune concomitanze), per riproporre la solita soluzione all'affollamento delle carceri, sono anche i miei.
Sono convinto anch'io che il problema delle nostre prigioni ci ponga in una condizione vergognosa, e condivido la necessità di un sistema carcerario più civile, ma se davvero vogliamo fare qualcosa, vorrei sentir parlare del serio avvio di una seria riforma, che comprendesse anche ristrutturazioni e costruzioni di luoghi di pena e non solo il solito "mettiamone fuori un po".
Diciamo allora che, se è vero che le concomitanze sono solo un cattivo pensiero, avrebbe un senso considerare l'indulto e l'amnistia come l'inizio di una riforma globale, senza fare, stavolta, il solito pastrocchio reso nuovamente inutile nel corso di un paio d'anni, rammentando inoltre che tali provvedimenti hanno lo stesso valore educativo dei condoni a cui siamo tristemente abituati. 
E, anche così, mi domando quanto sia opportuno parlarne proprio adesso, suscitando polemiche e strumentalizzazioni assortite.
Uno, poi, con cui non avrei mai pensato di condividere altro che il pianeta e l'atmosfera, è Angelino Setteamarezze Alfano.
E tuttavia, la sua affermazione "Non sarà l'eliminazione della Bossi-Fini a fermare il conto dei morti in Mediterraneo" non fa una piega.
Intendiamoci: la Bossi-Fini è un obbrobrio e va cassata "a prescindere", ma condivido il parere di Gad Lerner che sostiene l'utilizzo di traghetti per garantire rotte sicure ai profughi.
Aggiungo che mi pare una strada più efficace e corretta e forse anche meno costosa economicamente quella che potrebbe prevedere accordi per partenze contingentate tra i paesi di provenienza e l'Europa.
I disperati che si affidano agli scafisti pagano cifre esorbitanti che forse, molto ridotte, potrebbero perfino contribuire a finanziare in parte un servizio regolare sostenuto da tutti i paesi europei.
Togliere il business dalle mani dei trafficanti di uomini, questo sì potrebbe servire davvero a ridurre i cadaveri sul fondo del Mediterraneo e ad alleggerire il peso delle tragedie vissute quotidianamente dai migranti e da quanti sono lasciati soli a sostenere il peso della loro accoglienza.
  

sabato 5 ottobre 2013

Ne ho sentito parlare troppo e troppo a sproposito, e volevo tacere.
Ma qualche parola per ricordare i disperati morti di Lampedusa mi sembra una dolorosa necessità.
Le strumentalizzazioni politiche di una tragedia del genere, di cui è emersa in questi giorni solo una drammatica punta di iceberg, non meritano, loro no davvero, cittadinanza nei cuori di ogni donna e uomo degni di questo nome.
Vorrei solo dire al ragazzo del bar che si indignava per il fatto che fosse proclamato il lutto nazionale, per "quelli là", mentre lui, italiano conduce una vita dura, e a quanti la pensano come lui, che quelle donne e quegli uomini, prima di partire, sanno di avere un' altissima percentuale di rischio di morire male, nel deserto, sulla strada, in mare, durante il loro viaggio tremendo di migliaia di chilometri, eppure partono lo stesso e portano con sé i loro figli piccoli, sapendo anche che corrono il rischio di veder morire prima loro.
Quale orrore può essere immaginato così grande da un occidentale che non se la passa bene, da indurlo ad affrontare quello che si aspettano questi migranti durante un viaggio orribile e, probabilmente, mortale?  
Ecco, se riuscissimo a capire questa cosa, semplice in fondo, che il posto in cui siamo nati non è un nostro merito, né è un demerito essere nati altrove, forse ci avvicineremmo un po' alla soluzione del problema.

la corsa delle beghe

Trattandosi di Cialtron Escort, le beghe si sono già messe in moto.
La famiglia Addams (Sallusti e Santanché) difende a spada tratta la mossa ecumenica e sorprendente del Lader maximo e taccia di vigliaccheria e tradimento i "diversamente scissionisti".
Si perché, secondo la Santa, votando la fiducia, Lui ha impedito che si consumassero tradimenti, da uomo refrattario a ogni minuscola infrazione etica qual'è (aggiungo io)
Così come i buddisti rispettano anche la più piccola forma di vita, Cialtron si immola per non vedere offesa la più piccola particella di moralità.
Secondo il fratello canaglia di zio Fester, invece, uomo di specchiata onestà intellettuale, tale da fruttargli una grazia per aver calunniato un magistrato sul suo giornale, chi abbandona il boss nel momento del bisogno è un individuo spregevole.(!)
Ora: tralasciando il fatto che, a parer mio, il senso dello Stato che hanno i capricciosi ex lacché si può misurare forse col microscopio elettronico, mentre è molto radicato in loro il senso della poltrona; in questo frangente, antitetico ai diktat di Al Cerone; mi pare evidente che il brusco  e poco dignitoso voltafaccia del boss, oltre a fruttargli il superamento del record planetario di faccia di bronzo, di cui è già detentore, sia determinato dalla sua preparazione alla corsa. 
Si tratta di vedere se riuscirà a "riconquistare" abbastanza in fretta la "fiducia" del ramo sghembo della famiglia.
In parole povere; se il ricorso al portafoglio o ad altri benefits riuscirà  a essere rapidamente appetibile per valori di mercato maggiori di quelli dei Razzi e degli Scilipoti rimasti.
La corsa durerà una ventina di giorni, di qui al voto definitivo in parlamento. Chi si porterà via il premio? L'Italia o Cialtron Escort?
Io continuo a domandarmi come sia possibile che non l'abbiano almeno buttato fuori da ogni incarico all'indomani della sentenza definitiva. 
Intanto, i progetti Formigoniani e Alfaniani e Lupigni di costituire nuovi soggetti politici, sembrano per il momento accantonati, o forse solo sospesi per alzare il prezzo (politico, s'intende!)
Venghino, venghino, siore e siori! Un'occasione del genere non la si trova tutti i giorni! Facciano presto!

sabato 28 settembre 2013

problem solving

Capita, raramente, che un problema si risolva per un colpo di fortuna o per un intervento del destino.
Di solito, però, è solo dall'analisi e dalla comprensione del problema che può scaturire una soluzione.
Dovessi risolverlo io il Problema che continua a portare il nostro paese a rotolare verso l'abisso, scorticandosi in tappe che somigliano soltanto,  ogni volta, ad epiloghi, e invece sono impatti provvisori, ogni volta più dolorosi, nella caduta verso l'invisibile e terribile fondo; dovessi essere io a proporre qualcosa, confesso che non saprei che fare se non appellarmi alla divina provvidenza che potrebbe finalmente avocare a sé qualcuno dei nostri disagi in carne ed ossa.
Ieri parlavo con un amico che stilava una classifica degli eventi più gravi di questi giorni.
Io credo, in realtà, che sia difficilissimo assegnare la palma della gravità, mentre sono più a mio agio col podio dell'incomprensibilità, quella, per intenderci, che non mi fa scorgere soluzione alcuna al Problema.
Terzo, senza alcun dubbio, in questa fastidiosa classifica, è Cialtron Escort.
Per me è abbastanza comprensibile, infatti, che uno come lui, che ha sempre anteposto i propri interessi, economici, sessuali, di potere, al benessere di chicchessìa, con buona pace dell'autoproclamazione a migliore statista degli ultimi vent'anni, (o erano trenta?), se ne infischi di infliggere un'altra botta all'Italia tutta pur di salvarsi le terga. Tra l'altro ritengo che lui, nell'intimo, abbia superato il concetto di innocenza o colpevolezza rispetto ai suoi misfatti; semplicemente si considera al di sopra di qualsiasi giudizio.
Il secondo gradino del podio va ai suoi sodali. E' abbastanza comprensibile che i Cicchitto, i Bondi, gli Alfano, i Brunetta, i Lupi, (non quelli a quattro zampe, animali molto più nobili) siano disperatamente attaccati al loro albero della cuccagna.
Toglietegli Al Cerone e i suoi soldi. Che cosa potrebbero fare di altrettanto prestigioso, con le loro forze? Gli avvocaticchi di provincia? Gli imprenditorucoli? Gli imbonitori da fiera? Ma ve la immaginate la Gelmini a guadagnarsi il pane con la forza delle sue idee e della propria intelligenza? E la Santanché, che cosa potrebbe fare delle sue ossa e della plastica ad esse attaccata?
Ma il primo posto, a molte lunghezze dal secondo, spetta agli elettori del PDL.
Loro, benzina nel motore del nostro sfacelo,  sono per me davvero, incomprensibili
Non riesco a capire il loro attaccamento all'egoismo, all'illegalità, alla perversione democratica rappresentati dal loro leader e pretesi a gran voce dalla sua coorte.
Non riesco a capire come facciano a non rendersi conto delle ferite che infliggono soprattutto a se stessi.
Non riesco a capire cosa tenga attaccati  impiegati, commercianti, pensionati, operai, studenti; insomma, donne e uomini  esponenti della società comune, se non civile, al nefasto capitano e agli spregevoli ufficiali che stanno conducendo la nave al naufragio, ben sapendo che la loro unica speranza di salvezza sta nel sacrificio dei poveri fedeli marinai e nel numero ristretto di scialuppe di salvataggio alle quali solo loro postulano di avere diritto di accesso. 

mercoledì 11 settembre 2013

non fatelo

Non so quanti siano quelli davvero convinti della parentela democratica delle alchimie di sistema che hanno prodotto il risultato di non assegnare, a oggi, alcuna pena a un condannato in via definitiva.
Ancora meno capisco come quel condannato, sostenuto dai suoi  beneficiati, possa aspirare ancora a incarichi politici. 
Sta di fatto che il PD sembra concedere ulteriore tempo a chi ne ha già abbondantemente abusato, tra (il) legittimi impedimenti e strategie di prescrizione.
E io comincio a temere la soluzione politica.
Che non è affatto, come sostengono voltafrittata e voltagabbana assortiti, la certezza della pena per un reo riconosciuto.
Casomai, quella sarebbe la soluzione giuridicamente normale. No, la soluzione politica (in questo caso vergognosamente politica) sarebbe quella di acconsentire a una qualche forma di "aggiustamento" scandaloso e insultante per ogni individuo dotato di una briciola di senso di giustizia e delle istituzioni.
Il problema è, ancora una volta, che troppi italiani non sembrano dotati nemmeno di atomi dei valori suddetti.
Altrimenti come sarebbe possibile che una pidiellina, in televisione, sostenga senza pudore che nella loro lotta al provvedimento dei giudici "Berlusconi non c'entra per niente."?
Come sarebbe possibile invocare la non costituzionalità di una legge approvata da loro prima che colpisse loro, evidenziando, se fosse ancora necessario, la fede nel principio, ultralesivo della democrazia, secondo cui le regole valgono sempre per gli altri?
Come si fa a parlare ancora di "forche" di "camere a gas", cercando di strappare un consenso col vilipendio della propria dignità residua?
Come si fa a tentare di attribuire ai propri  avversari (?) politici la responsabilità di un'eventuale crisi che si ripercuoterebbe ancora su tutto il nostro disgraziato Paese, innescata in proprio per rappresaglia contro un provvedimento giuridico passato attraverso tutti i gradi di giudizio e ostacolato con armi che nessun privato cittadino avrebbe mai avuto in dotazione?
Come si può sostenere quello che io chiamerei  "il teorema di Barabba", secondo il quale chi ha il consenso del popolo deve andare libero, sacrificando in cambio il povero Cristo di turno?
Io credo che molti di loro si rendano conto dell'assurdità delle tesi sostenute, tuttavia, da quella parte, non hanno mai trovato conveniente il rispetto delle regole della democrazia che dovrebbero servire a impedire soprusi di chiunque nei confronti di chiunque.
Loro e il loro capo sono sempre stati molto favorevoli ai soprusi di parte, quando la parte è la loro.
Volete un altro esempio?
Andatevi a vedere il filmato dell'indignazione di Brunetta,  offeso per il giudizio di un avversario politico sulla politica del malaffare, in cui, evidentemente, si è sentito coinvolto.
Si è risentito moltissimo per l'espressione usata e perché in Parlamento, la Boldrini non l'ha tutelato.  
E' lo stesso Brunetta che qualche tempo fa, parlando della sinistra, tuonava contro "l'èlite di merda".
E allora, a chiunque abbia la tentazione di passare anche un minimo colpo di spugna sulla serietà delle istituzioni, sulla bontà della nostra costituzione e sui principi di legalità, magari anche solo in nome del quieto vivere, io rivolgo un accorato appello: per favore, non fatelo! 


venerdì 6 settembre 2013

senza passare dal via

Sono tornato dopo un bel po' e, proprio come nel vecchio monopoli, ci siamo spostati di alcune caselle, ma giriamo sempre in tondo (quadrato.).
Ma il titolo del mio post, naturalmente, non si riferisce solo a questo.
Prendiamo in esame la sospirata "pacificazione". Bene, anzi, male, non mi stupisce che un imputato, riconosciuto colpevole dopo tre gradi di giudizio, cerchi qualsiasi scappatoia per farla franca, figuriamoci uno dotato di macroscopica faccia di bronzo, inversamente proporzionale alla sua dignità.
Quello che mi sorprende sempre è constatare che qualcuno arrivi a tentare perfino di cambiare il significato delle parole per tenergli bordone.  
Dunque, stretto stretto: c'è un reo che è stato condannato definitivamente per i suoi reati. Come si fa a chiamare la pretesa cancellazione della sua pena "pacificazione"?
Cialtron Escort non è stato dichiarato colpevole di rivoluzione, ma di evasione fiscale. (per ora)
E come si fa a dire che deve rimanere in politica e che può essere candidato a qualsiasi cosa?
Ora, anche lasciando perdere il vecchio argomento che illustra come sia necessaria la fedina pulita per fare il bidello, non è che si possano designare colpevoli di reati comuni a fare il presidente del consiglio, almeno per un residuo di pudore nei confronti del resto del mondo. 
Dicono che i giudici non sono obiettivi. Nuova questa! Dalle elementari al liceo  io ero pronto a giurare ai miei genitori che i docenti ce l'avevano con me, ogni volta che portavo a casa la pagella. Quegli sporchi giustizialisti, però, non mi hanno mai creduto.
Spero ardentemente che la democrazia così vilipesa in questi anni, messa alle strette, dia finalmente buona prova di sé e non divori le proprie regole e istituzioni in un pasto nefando e autocannibalesco.
A proposito di cannibali. Violante potrebbe spiegare fino a quando un imputato ha il diritto di difendersi?
Se difendersi significa recitare il solito mantra del perseguitato, vabbé, nessuno può impedire di blaterare a chicchessia; ma per quanto riguarda il diritto alla difesa, quello tribunalizio, mi pare che l'imputato in questione ne abbia ampiamente usufruito fino a che la legge glielo ha concesso. Ora mi sembra che basti.
Forse certe volte, quando si hanno certi ruoli, le proprie opinioni andrebbero espresse con cautela maggiore.
Io in realtà, insieme a molti altri, mi domando perché ci sia bisogno ancora di altri passaggi e altro tempo per rendere esecutivi provvedimenti dovuti nei confronti di un delinquente.
Tra l'altro, c'è una domanda che sicuramente gli illuminati politici italiani si staranno ponendo: Quale attaccamento mostra al Paese un politico condannato che continua (insieme ai suoi sodali) a tenerlo inchiodato alle proprie vicende giudiziarie e minaccia una crisi di governo se la giustizia dovesse seguire il suo corso?
Basta Silvio. Parliamo di IMU abolita . Angelino ha strombazzato un successo, propagandato come una buona notizia per gli italiani.
Per quelli che stanno meglio, lo è sicuro.
La riduzione dei fondi destinati all'occupazione, la riduzione dei fondi e delle assunzioni dedicate alla polizia, l'aumento probabile dell'iva, invece, sono pessime notizie per tutti; un po' meno per i più ricchi, naturalmente.
E concludiamo con Renzi.
Non mi è simpatico, ma dovesse candidarsi lo voterei, perché quello che dice sembra meglio di lui.
Però ho seguito il suo intervento di Genova e vorrei chiedergli di smetterla con 'sta menata del giaguaro che Bersani voleva smacchiare invece di dedicarsi a problemi più seri.
E' una porcata ripresa dai berlusconiani, questa, e rinfacciarla a Bersani è un colpo basso.
Io mi ricordo quando Bersani ha pronunciato la frase, in risposta a un giornalista che gli riproponeva la battuta di Crozza, coniata come la più (s)fortunata iperbole della sua caricatura del segretario del PD.
Bersani si è limitato a rispondere con una battuta a una battuta, ma non è che fosse quello il suo programma politico, come tutti sappiamo.
Caro Matteo, mi aspetto che Brunetta, la Santanché, Cicchitto e compagnia, strumentalizzino frasi del genere ed altro, ma tu dovresti volare un po' più in alto, da candidato serio di sinistra.

giovedì 11 luglio 2013

fibrillazioni

Sarebbe meglio sì, occuparsi d'altro. Ma in questo paese si vive, e dunque, superato lo sconforto e lo stupore per la giustificazione balneare di Grillo, talmente preso dai problemi della collettività da differire l'incontro drammatico col Presidente della Repubblica per non rinunciare a qualche bracciata nel mare di Sardegna (incidentalmente, quello stesso mare che ha bagnato più volte i pregevoli lombi del Perseguitato, insieme a quelli, più anonimi e sodi, delle sue ospiti), si passa alla Fibrillazione di governo. 
La destra tutta fibrilla e, come un diapason, innesca pericolose vibrazioni anche nel centro-sinistra, se possiamo ancora chiamarlo così.
Un po' fibrillo anch'io, a onor del vero. Nelle parti basse.
Mi pare che i fatti siano questi: la magistratura cerca di far sì che un delinquente (conclamato, fino a prova contraria) non sfugga, mercé la prescrizione, ad un giusto processo. E quindi, chi è che si deve indignare?
Non è colpa dei giudici se il delinquente (colui che delinque) è anche l(e)ader della destra. Caso mai, è colpa della destra aver assegnato un ruolo pubblico a un personaggio del genere.
Si rassegnino Brunetta e Santanché. Resta sempre meno margine per fingere di avere il dubbio: lo processano così tanto perché ce l'hanno con lui o perché è lui che ce l'ha con noi?

martedì 2 luglio 2013

il lavoro rende liberi(sti)?


Manco per niente.
Il liberismo è l'ultima depravazione del capitalismo, una vera e propria piaga sociale.
Roberto Saviano, nel suo "Gomorra", afferma che i grandi camorristi non infiltrano neanche più l'economia, "sono" parte dell'economia, e pensano a sé non come  a grandi criminali, ma come a grandi imprenditori.
Questo loro pensiero, purtroppo, è solo apparentemente un paradosso.
Se infatti riteniamo che sia il profitto l'unico valore in grado di assorbire e regolare tutti gli altri e pensiamo di portare all'estremo le teorie liberiste, resta esile il confine tra il grande criminale e il grande imprenditore.
Dal punto di vista etico, ogni obiezione viene rapidamente superata con la liceità del diritto di impresa; dal punto di vista pratico, l'imprenditore dovrebbe essere regolato dalle leggi che il criminale non rispetta.
Quest'ultimo baluardo sembra robusto, una differenza non da poco.
E se le leggi le fa l'imprenditore?
E se le leggi le fanno politici asserviti, in qualsiasi modo, al criminale?
E se le leggi vengono fatte da un imprenditore criminale?
E se le leggi vengono vissute come "lacci e lacciuoli" di cui liberarsi per dare libero sfogo alla bramosia di profitto, approfittando di una cultura liberista che mal sopporta richiami a valori morali?
Ognuno di noi può giudicare quanto siamo vicini al verificarsi di questi casi.
Prendiamo l'articolo 18. Ma sul serio qualcuno pensa che la libertà di licenziare favorisca la ripresa economica?
Ci sono mille altre questioni più importanti; citandone solo alcune: gli investimenti in ricerca e istruzione, una fiscalità equa e solidale, una giustizia civile più rapida.
In realtà bisogna intendersi sul significato di ripresa economica. Una volta le aziende che licenziavano andavano in crisi, adesso capita che il loro valore azionario aumenti quando"razionalizzano"  e diminuiscono i costi di mano d'opera.
Il liberismo serve alla crescita dei pochi a dispetto dei molti e lo confermano i dati ufficiali sulla distribuzione della ricchezza che cresce, in questa crisi devastante, per chi è già ricco, aumentando di molto la povertà delle classi medie e medio-basse.
E quindi, il maledetto liberismo, bufala Tatcheriana e Reganiana, aumenta le tensioni sociali, come già vediamo, in giro per il mondo, rischiando di portarle a un cruento parossismo. 
A margine di questo sfacelo sociale, giusto per non farci mancare nulla,  prospera la categoria degli aguzzini.
Recita Treccani: aguzzino Ufficiale inferiore che sulle galere aveva il compito di sorvegliare e dirigere le manovre e di infliggere punizioni ai rematori.
Li avete visti nei film in costume, con tanto di fruste e bonghi, ricordate? Erano bruti nerboruti e odiati che servivano a far andare la nave più veloce distribuendo frustate. Al primo abbordaggio, approfittando della confusione, i rematori tagliavano loro volentieri la gola. 
Oggi ce li ritroviamo nelle aziende, non sono più nerboruti e al posto delle fruste e dei bonghi usano fogli excel, slide e riunioni motivazionali, magari in videoconferenza. Fanno finta di essere manager, ma non ne hanno la tempra, né il talento.Tanto più guadagnano quanto più frustano i rematori per conto del capitano di turno, insomma, campano sul sudore altrui e sulla propria capacità di adeguarsi senza ritegno ai desideri dei superiori; sudando, loro, solo quando avvertono pressioni dal di sopra, che scaricano, volentieri e acriticamente, al di sotto.
Mi pare, insomma, che il capitalismo, che all'inizio della sua epopea è anche servito ad allargare l'accesso al  benessere, nella sua forma attuale, spinta  e deteriore, quell'accesso lo stia contraendo a dismisura, fornendo anche una risposta eloquente a quelle anime belle e a quelle dannate che sostengono che il liberismo, ossia la dittatura dei mercati, non è né buona né cattiva, non ha appartenenza politica.
Balle! Allargare il benessere a più persone possibile è sempre stata un'idea di sinistra, restringerlo a pochi privilegiati, infischiandosene della sorte degli esclusi è di sicuro un concetto di parte avversa.




giovedì 6 giugno 2013

intese fin troppo larghe.

Sono convinto da un pezzo che questo sistema sociale vada rivoluzionato, spostando tasselli in tutto il mondo; il problema è che non so come.
Però ci sono alcune questioni nostrane su cui non ho dubbi, nel senso che sono certo che così non va e che non sia difficile fare meglio.
Per esempio: sono sicuro che discutere di semipresidenzialismo e dei processi di Cialtron Escort, piutto sto che affrontare i temi della crescita, del lavoro, della disoccupazione, sia una vera, ennesima carognata.
E se questo è il frutto del governo di larghe intese, è sicuramente un frutto avvelenato per le persone, che pare, come al solito, foriero di tutt'altri effetti per pochi bastardi privilegiati.
Nel marcio di una polemica che ci allontana sempre di più dalla speranza, emerge tuttavia un fatto tragicamente comico.
A un esponente della Lega, cioè del partito della secessione; del partito che non ha mai nascosto la sua avversione becera allo Stato Italiano che ne ha, incredibilmente, stipendiato ministri; del partitodei diamanti, degli investimenti nigeriani, del nepotismo ittico; a un esponente di questo partito è stata affidata la guida del COPASIR, sigla che, per colmo della beffa, significa: Comitato Parlamentare Per La Sicurezza Della Repubblica.
Ergo, i servizi segreti di questo sventurato paese, grazie al governo di larghe intese, saranno controllati da una commissione che ha come presidente un personaggio la cui fedeltà alla Repubblica non è messa in discussione solo a patto che si tratti della farlocca repubblica padana.
Ravviso un leggero conflitto di interessi.

giovedì 23 maggio 2013

ditemi che non è vero

che mentre il paese affonda, la gente si suicida per disperazione, i giovani emigrano per mancanza di lavoro, il potere d'acquisto e i risparmi delle famiglie si dissolvono, le imprese chiudono; nel nostro governo di larghe intese:
-c'è chi si preoccupa delle intercettazioni
-c'è chi propone nuovi condoni edilizi
-c'è chi vuole dimezzare le pene per i fiancheggiatori della mafia
-c'è chi propone una legge contro i movimenti che non hanno i requisiti di partito
- c'è chi fa una bandiera della sospensione dell'IMU
Ditemi che non è vero che sono queste le priorità del governo, perché il paese sta vivendo una realtà dolorosa e completamente diversa  da quella che sembra costruita da una classe politica vergognosa, avvitata nella gabbia di un autoreferenzialismo incarognito e limitato alle lobbies di potere, che porta loro alla salvezza e noi alla distruzione. 

mercoledì 22 maggio 2013

ciao, Don Andrea

Ci sono persone che passano e vanno lasciando poche tracce dietro di sé.
Ce ne sono altre che lasciano ricordi che sono solchi e un profondo senso di perdita e il dispiacere dell'assenza di qualcosa di utile e insostituibile per un numero più o meno grande di persone.
Di Don Andrea Gallo sento la mancanza e, più di me, immagino la sentano tante altre persone, abituate a vederlo e ascoltarlo come uno dei molti respiri vitali della nostra città.
Spero che ci sia davvero qualcosa, come lui credeva e insegnava, oltre la morte; qualcosa di bello che le persone come lui si meritano. 

sabato 18 maggio 2013

Il marchese del Grillo

Ricordate la battuta celebre recitata da Sordi?
"Io so' io e voi nun siete un cazzo".
Nella migliore delle ipotesi riassume la filosofia di vita di un numero troppo consistente di Italiani.
Basta ascoltare i commenti di tanti che, magari, si sentono di appartenere alla categoria delle "persone perbene", rispetto alla tragedia di Milano, dove un pazzo ha ucciso a picconate tre persone.
Il pazzo è ghanese, e la frase più tollerante che si ascolta nei bar e negli uffici è: "Non si possono accogliere tutti."
I più intransigenti, invece, parlano come i legaioli borghezisti.
Kabobo è un matto. Di colore scuro.
Il poliziotto italiano che ha ucciso suo figlio di otto anni e si è suicidato è un disperato dalla pelle chiara.
Quattro anni fa, a Palermo, il pazzo che ha ucciso a martellate due anziani coniugi in stazione, aveva la pelle chiara, era italiano ed è stato fermato da due coraggiosi. Due nigeriani senza permesso di soggiorno.
Potremmo andare avanti all'infinito.
La follia, purtroppo, è follia, e non ha colore.
Ma ecco che fornisce il pretesto, perfino puerile, per arroccarsi nel proprio egoismo.
La cosa più tragicamente buffa è che, di sicuro, molte delle "persone perbene" che hanno reazioni indignate  rispetto alla presenza di extracomunitari e alla mancanza di controlli, avranno parteggiato chissà quante volte per i negri dei film americani, da indovina chi viene a cena a Philadelphia e non si sentono affatto razzisti quando si stupiscono del fatto che sia permesso ai disperati di tentare di sfuggire alla disperazione, rischiando addirittura la morte in viaggi estenuanti pur di inseguire il barlume di una speranza. 
I colpevoli devono pagare. I folli devono essere curati.
Balotelli sta sui maroni anche a me.
Ma questo non c'entra niente con il colore della pelle.
Se davvero quei molti italiani che invocano norme più severe, che insultano il ministro favorevole allo ius soli non sono razzisti, vorrei sapere quale sia la loro opinione sull'accoglienza che altri paesi dovrebbero riservare ai nostri figli, costretti sempre più spesso a emigrare all'estero in cerca di lavoro.
Già, ma i nostri figli sono bianchi. 
Come i rumeni, per esempio.
Mi domando quanto sia stretta e letale la relazione tra egoismo e razzismo.
Quella frase spregevole che Monicelli ha messo in bocca al marchese confonde un po' le acque.
"Io so' io e voi nun siete un cazzo."
  

martedì 30 aprile 2013

perdono

C'è una domanda, che mi sembra totalmente cretina oltre che volgare, che quasi tutti i giornalisti italiani (non so quelli stranieri) sembrano non poter fare a meno di rivolgere ai parenti delle vittime di una strage o di un attentato o di un violento atto criminoso.
E' una delle prime richieste che vengono fatte, di solito a cadavere ancora caldo o a ferite ancora aperte, come se fosse di importanza capitale per l'intera collettività.
"Lei è disposto/a  a perdonare?"
Che cosa diavolo te ne frega? Mi viene da rispondere ogni volta che ascolto questa ributtante intrusione nei sentimenti altrui.
Al di là del fatto che l'eventuale perdono non sposta nulla della gravità e della responsabilità di un delitto, come è possibile postulare che un figlio, una figlia, una sorella, un fratello, una madre, un padre, una moglie, un marito, di chi ha avuto la vita spezzata o rovinata per mano di qualcuno, siano normalmente dotati della carità sovrumana necessaria al perdono?
Invece la domanda viene posta con una frequenza tale che sembra lasciare intendere grandi aspettative.
Io credo che il perdono sia un fatto assolutamente privato e che nessuno abbia il diritto di intromettersi nella sua genesi, comunque sofferta, con una domanda che è già di per sé un'ingerenza insopportabile. 
E poi, in nome di che cosa? Di una rassicurazione? Di una catarsi? Di un altro po' di lacrime da dare in pasto al pubblico?
Ci vuole più rispetto per il dolore, che è purtroppo frequente e, a maggior ragione, per il perdono che è  un prodotto dell'anima, opportunamente raro e prezioso, non da tutti. 
Il perdono teme la luce dei riflettori e l'umidità delle bave, dell'inchiostro e delle lacrime.
E io detesto tutta quell' "informazione" che non è utile ad altro che non sia lo spaccio ben remunerato delle emozioni. 

giovedì 25 aprile 2013

A mente fredda.

Grazie a tutti coloro che hanno riportato indietro questo paese, a un centimetro dal cambiamento che avrebbe potuto finalmente ridargli speranza.
Ora che siamo stati risucchiati nella fanghiglia della politica peggiore e che ci toccherà chissà per quanto ancora rivedere le facce dei mascalzoni di Al Cerone, per colpa del numero cospicuo di italiani privi di etica,  della spocchia ottusa e arrogante dei santoni del vaffanculo, e dei vigliacchi traditori del PD; ora che sento sparlare di scissioni e ristrutturazioni e congressi, mi permetto di suggerire anch'io una soluzione che consentirebbe almeno a me di riprovare a votare  per  quel partito in cui ho creduto e che probabilmente continua a mantenere tra le sue file persone degne e responsabili, negli ultimi tempi sconfitte deluse  e amareggiate dal tradimento dei loro compagni.  
Secondo me l'unica possibilità che ha il PD di ridurre l'inevitabile e giusta emorragia di elettori consiste       nell'identificare i centouno infingardi tiratori che hanno affossato Prodi, la mattina dopo averne condiviso la candidatura, ed espellerli dal partito.
Credo che questa operazione debba essere fatta al più presto, senza esitazioni, in piena trasparenza (dandone, cioè, pubblico resoconto), e sono certo che, all'interno del partito, non sarà difficile scoprire i responsabili  del suo tracollo. Volendolo.
Non volendolo, sarà evidente che la mancanza di serietà e onestà politica è talmente radicata, nel PD,  da disperdere definitivamente il patrimonio di credibilità e dedizione accumulato negli anni tra la gente di sinistra.

giovedì 18 aprile 2013

mi pento e mi dolgo

Niente di meglio di una formula presa dalla liturgia cattolica per fare ammenda della mia lettera a Pierluigi Bersani, presente sul blog, dato che Marini, il candidato da lui proposto per la presidenza della repubblica appartiene all'area cattolica del PD.
Che cosa vi devo dire? Bersani ha sbagliato e, evidentemente, pure io a crederci (gli).
Pensare che con Rodotà si poteva riacchiappare un treno che sembrava perso, quello di un accordo col m5s che aprisse davvero al cambiamento a cominciare dalle facce della banda di Al Cerone.
Adesso spero nella fronda interna che, comunque, lascerà la gente di sinistra con le ossa rotte; altrimenti avremo Marini presidente; una così brava persona che ha il difetto di non essere indigesta nemmeno ai mascalzoni.

domenica 14 aprile 2013

Spintarella

Se non ho capito male, Al Cerone avrebbe detto che, in caso di elezione di Romano Prodi al Quirinale, lui e la sua banda emigrerebbero all'estero.
Fosse vero! (sarebbe una delle poche volte che mantiene la parola) A quel punto Prodi avrebbe ricevuto un endorsement non solo per la presidenza della repubblica, ma addirittura per la santità.
Fosse vero, e fossimo capaci di cogliere il suggerimento, proporrei come territorio di accoglienza la Germania; ci sono buone probabilità che, in poco tempo, molti dei Cialtron Escort Brothers & Sisters, lo accompagnino in galera, oppure che,  rimanendo a piede libero, riducano notevolmente lo spread economico e legalitario e culturale e etico, esistente tra i tedeschi e gli italiani..
Insomma, nella prima ipotesi otterremmo una gran soddisfazione; nella seconda, la possibilità di recuperare più in fretta il terreno perduto. Scusate se è poco. 
Tra l'altro, finalmente, daremmo a Merkel e soci l'occasione di definire precisamente il "contagio proveniente dall'Italia" ( e si sa quanto i tedeschi amino la precisione), liberandoci nel contempo dal virus che ci ammorba da più di venti anni.. 

Due rapide considerazioni su Battiato (cantatutore) e Lombardi (capogruppo m5s, candidata al titolo di miss simpatia).

Franco, se ti può essere di consolazione, io ritengo che la tua destituzione da assessore non sia frutto di un complotto dei poteri forti.
Io stesso, pur non detenendo potere alcuno, butterei fuori a calci nel culo un rappresentante istituzionale che vilipende le istituzioni; a maggior ragione quando, pur essendo addetto alla cultura, non riesce a misurare la volgarità di certe espressioni esibite in certi contesti.

Cittadina Lombardi, tu che, dall'alto del tuo stipendio parlamentare, ti sei lamentata di un furto di pezze giustificative di spesa per € 250 che, pertanto, non ti potranno essere rimborsati, stai tranquilla.
I tuoi lamenti postati su facebook non potranno in alcun modo ledere la tua immagine. Essa è già irrimediabilmente compromessa da tempo.

sabato 6 aprile 2013

Muoia Sansone

Leggo che Grillo avrebbe dichiarato: "Se il PD fa l'inciucio con il PDL la gente prenderà i bastoni."
Si è dimenticato di aggiungere "E io non vedo l'ora."
Dopo aver lavorato nelle ultime settimane, solo per ottenere questo risultato, rintuzzando ogni sollecitazione, interna ed esterna, ad un'alleanza che finalmente possa permettere l'avvio di una politica migliore, infischiandosene del tempo che trascorre aumentando sempre di più una vulnerabilità istituzionale e sociale  che ha pochi precedenti, adesso sembra a un passo dal suo trionfo.
La sua finta rivoluzione minaccia di avvicinarsi sempre di più a una rivoluzione vera, che non sarà cruenta per lui e altri milionari, i quali possono permettersi di abbassare un po' il loro tenore di vita, ma aumenterà sensibilmente il numero delle vittime in uno Stato allo sbando.  
Credo che, se Grillo avesse accettato di  piegare le sue libidini al buon senso, ci sarebbe stata, già oggi, un po' di speranza in più e, forse, qualche suicidio in meno.
D'altra parte, questo paese ha bisogno di un governo, ne ha bisogno urgentemente, e anche se è folle pensare di affidarsi a una banda di incapaci al soldo di Cialtron Escort come, nonostante tutto, continua a fare una troppo cospicua parte di popolo italiano, evidentemente attirata dal mito, dall'illegalità, o da tutte e due le cose, è innegabile che Grillo con la sua azione disgregatrice abbia contribuito a rivitalizzare quella parte "politica" che, in caso di alleanza virtuosa del M5S con il PD sarebbe probabilmente sparita fino all'esaurimento naturale del suo dispensatore di privilegi.
Ora siamo ad un bivio: o l'abbraccio mortale del nano e del suo corpo di ballo, o il ritorno al voto.
Tutte e due le alternative lasceranno il paese con le ossa rotte, facile preda di speculazioni e in condizioni di conflitto sociale sempre più esasperato, con buona pace del salario di cittadinanza, della diminuzione dei costi della politica, delle leggi contro la corruzione, della Boldrini, di Grasso (ma chi può essere così cieco da  confonderlo con Schifani?), del parlamento ricco di percentuali di giovani e donne come mai prima.
Dubito ormai da un po' della buona fede di Grillo e Casaleggio, ma se anche fossero vere le parole d'ordine con cui i due santoni hanno convogliato la forza della protesta a loro favore, mi rifiuto di pensare che ritengano possibile realizzare il loro disegno politico in un unico paese, dall'oggi al domani, edificando un mondo (diverso al punto da essere obbligato a un'irraggiungibile indipendenza dalla globalizzazione) sulle macerie delle nostre istituzioni, e forse non solo di quelle. 
Certe conquiste hanno bisogno di tempo, di onestà, di stabilità, di solidarietà e di cultura, altrimenti ci scoppieranno tra le mani come una bomba che, probabilmente, molte forze in Europa non vedono l'ora di far scoppiare.
Io sospetto che il Sansone di noialtri non morirà con noi, poveri Filistei, si limiterà a camminare sulle macerie del Tempio, insieme a altri suoi colleghi, danarosi utopisti del tanto peggio tanto meglio,  mandando affanculo il resto del mondo che non ha saputo vedere la via luminosa da lui indicata, e arringando i suoi arroganti adepti sopravvissuti,  ai quali consegnerà due perle di saggezza: "Io lo avevo detto." e "Figliuoli, un giorno, tutto questo sarà vostro."

sabato 30 marzo 2013

Lettera a Pierluigi

Non amo Facebook e non twitto. (neologismo spaventoso). Facciamo allora che questo è un messaggio in bottiglia..

Caro Pierluigi,
da quando voto, ho fatto mia la considerazione che non esiste il candidato perfetto, ma solo quello che si avvicina di più al tuo ideale.
Devo dire che, se sei davvero come sembri, nessun altro finora si è avvicinato al  profilo che ho in testa come te.
Ti ho votato, quando sembravi vincente, con una convinzione addirittura inferiore a quella con cui ti voterei adesso.
Nella situazione difficile in cui ci ha messo la combinazione letale di una politica vergognosa unita alla pancia di questo paese (e un po' anche ai suoi intestini, quelli che sono vicini alla sua parte meno nobile), ho apprezzato il tuo equilibrio, il tuo coraggio, il tuo senso dello Stato. Sono, per certi versi, le qualità per cui alcuni ti attaccano, altri, addirittura, ti irridono.
Io credo che ci voglia un grande coraggio e una grande forza ad accettare di ricevere insulti gratuiti e dileggi immeritati, senza deflettere dalla strada che si pensa più giusta per il bene comune.
Io ritengo che i santoni del vaffanculo cosmico non ci porteranno niente di buono, visto che hanno colpevolmente ignorato la gigantesca occasione guadagnata per cambiare davvero il paese senza farlo saltare per aria, sbriciolandolo sotto l'azione di forze distruttrici interne ed esterne.
Io sono convinto che Boldrini e Grasso siano ottima politica che rischiamo (rischiano) di buttare a mare, insieme ai giovani e alle donne del nuovo parlamento.
So che i partiti italiani danno, da molti anni, pessima prova di sé, ma so anche che la storia ci insegna chi siano quelli che chiedono l'abolizione dei partiti in nome della sola unica verità che credono di possedere in esclusiva. 
In tutto questo marasma, in cui addirittura si arriva a concepire di poter avere un presidente della Repubblica  pluriinquisito ed utile, eventualmente, solo ad evitare la galera al presidente della Repubblica; e, dall'altra parte,  si idolatra un ex comico, antidemocratico convinto, che forse te l'ha giurata perché non gli hai voluto dare la tessera di quel partito su cui ora vomita improperi, devo dire che la tua figura e quella di alcuni uomini e donne che hai intorno, si staccano di parecchio.
E' vero che non ci vuole molto, ma, insomma, è una consolazione.
Io non so se farai un passo indietro, in avanti, o di lato, ma mai come in questo momento sento il bisogno di esprimerti tutta la mia stima, e di ringraziarti per quello che hai fatto e, sono sicuro, farai.

domenica 17 marzo 2013

La grande occasione

Adesso dicono che abbiamo il parlamento più giovane d'Europa, fosse anche uno dei più giovani, rispetto a prima è un bel successo.
E in questo parlamento abbiamo anche la percentuale di donne più alta nella nostra storia.
Abbiamo un presidente della camera donna e giovane, con un curriculum di tutto rispetto, e un presidente del senato uomo, non vecchio, con un curriculum di tutto rispetto.
Persone che, oltre ad apparire come espressioni tra le più onorevoli della società civile, oltre ad essere nomi nuovi per la politica, hanno anche onorato, fin qui, i loro incarichi e le loro funzioni senza risparmiarsi.
Mi sembra che anche il nuovo papa prometta bene.
A Grillo e al suo teologo dobbiamo riconoscenza per tutto questo (salvo l'elezione del papa)
Ma dovremmo anche, alla loro limitatezza e al loro colpevole egoismo, la iattura di sprecare tutte queste ottime cose (papa a parte) se questa legislatura affondasse poco dopo essere stata varata.
Ci pensate? Se questi due santoni avranno ragione del dissenso interno e del loro stesso buonsenso, gli strumenti mai così adatti al cambiamento, che abbiamo ottenuto grazie anche a loro, verranno messi a rischio in un'altra elezione; un'elezione che potrebbe veder tornare alla ribalta i mascalzoni che, adesso, se la stanno facendo sotto, impegnati a schivare la legge tra manifestazioni vergognose e antiistituzionali, testimonianze di colpi di stato,  e poco dignitose visite fiscali.
Non è che Beppe potrebbe tornare a fare il comico? Casaleggio l'imprenditore? Il web il web?
Non è che è più importante mantenere e preservare questa bellissima conquista appena nata di una politica apparentemente sana, che potrebbe finalmente diventare grande e mettersi davvero al servizio della democrazia, piuttosto che morire di opposizione dura pura e sterile? 

giovedì 28 febbraio 2013

Caro Beppe

Pubblico le poche righe che ho inviato al blog di Beppe Grillo

Caro Beppe,
tu non mi piaci. Ti ho sentito dire un sacco di belinate da comico e mi sono divertito moltissimo, te ne ho sentito dire altre da politico e non ho riso per niente. Credo che il tuo ego sia un problema grosso, ancora più grosso adesso che riguarda tutto il paese. (Combinazione, l'unica volta che non insulti o critichi Napolitano è la volta che ti ha difeso.)
Il punto però non è questo. Che tu mi piaccia o no, alla gente piaci e in democrazia questo conta.
Allora, facci un favore, se anche non ti piace Bersani, trova un accordo sui punti che sono qualificanti per te e per lui, risparmiaci l'instabilità e il riavvicinamento al baratro economico, aiutaci a liberarci di Cialtron Escort e dei suoi.
Se rinunci a un po' delle tue libidini attoriali, magari riesci davvero a fare qualcosa che merita di essere ricordato, insieme a tutti noi che, senza gridare, senza insultare, cerchiamo di costruire un'Italia migliore, meno corrotta, più equa,più sana.
Invece di esaltare le differenze, forse questo è il momento di cercare i punti di contatto. E ce ne sono.
Temo invece che se ti ostini a fare il cavaliere senza macchia (a proposito, guarda che forse in giro c'è gente che macchie ne ha ancora meno di te.), magari alle prossime elezioni becchi una maggioranza bulgara, però ti potrebbe capitare di regnare sulle macerie di un paese distrutto da scelte insostenibili e velleitarie.
MI restano pochi caratteri per spiegarmi, ma penso che il referendum sull'euro, per esempio, sia una minchiata; al posto suo preferirei un'Italia forte e stabile che potesse dire un po' di più la sua in Europa; mi pare un'altra minchiata quella che mi risulta una tua antica avversione allo ius soli e ce ne sono parecchie altre.
Invece sui costi della politica ridotti, sul falso in bilancio, sull'evasione, sul lavoro,(chissenefrega delle tasse se ho i soldi per pagarle e i servizi che funzionano) Bersani lo trovi. Fa il bravo, ora che hai la bici, pedala un po'senza portarla contro il muro.

martedì 26 febbraio 2013

day after

Sono più che preoccupato.
Avessi vent'anni, me ne andrei da questo paese che mi piace molto di più di una consistente fetta dei suoi abitanti e che mi pare perdere tutte le occasioni per darsi un futuro.
Sento provenire da più parti le analisi sugli errori di Bersani e del PD -non si doveva dire che si sarebbe smacchiato il giaguaro- -non si doveva dormire sugli allori delle primarie-  -si doveva candidare Renzi-  Mi vengono in mente le scuse dei crumiri: -lo sciopero non si organizza di venerdì facciamo brutta figura-  -lo sciopero non si organizza di mercoledì, non lo fa nessuno (me compreso)- -non faccio scioperi politici- -non sciopero se non sciopera lui-
La realtà è che si trattava di crumiri. E la realtà è che si è votato in troppi per chi vuole liberalizzare il contante dando impulso all'evasione fiscale, vuole eliminare le intercettazioni per poter delinquere, ha eliminato il falso in bilancio, giustifica le tangenti, e propone mille altre promesse elettorali in bilico tra follia e immoralità.
Capisco chi ha votato Grillo, anche se non lo condivido. Ma il PDL? Gli Scilipoti? I Razzi?
Gli acuti osservatori che parlano degli errori del PD in una situazione del genere mi sembrano medici che, in presenza di un'emorragia all'arteria femorale, discutono sul colore del cerottino da applicare mentre il paziente non può già più essere salvato.

martedì 19 febbraio 2013

Elezioni

Siamo alla vigilia del voto. E anche se non va di moda, io sono elettrizzato. E ottimista.
Elettrizzato perché forse abbiamo l'occasione di cominciare davvero a cambiare questo paese o, almeno, di eliminare alcune scorie; ottimista perché credo che sia difficile peggiorare la situazione presente.
Per sgomberare il campo da equivoci: sono uno di quelli che nella politca ci credono, e faccio distinzioni, prima,  tra politica e politici, e poi, tra politici e politici. -Sono tutti uguali- per me non esiste. Nessuno di noi è uguale a un altro e tanti di quelli che vorrebbero i politici indistintamente al rogo, li ho sentiti dire e li ho visti fare cose che mi fanno pensare solo all'invidia.
Detto questo vado a esaminare le coalizioni, dal peggio al meglio, secondo le mie valutazioni personali.
Peggio di tutte, a molte lunghezze dalle altre, Cialtron Escort e Bobo,
Dell'uno, non si sa più che dire in negativo. Zotico, contrario alle regole, arrogante, falso, l'unica sua caratteristica posseduta in quantità inimmaginabili su cui campa, politicamente parlando, è la faccia di bronzo.
Mente con una spudoratezza forse possibile solo nel nostro paese e con questo pubblico.
Maroni si dovrebbe vergognare di riflesso. Se non bastano le quote latte, il razzismo più o meno latente, la sciocchezza della voglia di uscire dall'euro, se non basta l'intercettazione di Orsi che dice, più o meno, che se non era per la Lega, col cavolo che stava lì dove sembra abbia distribuito tangenti prontamente giustificate  da Al Cerone, se non bastano gli scandali da cui Bobo sostiene di essere uscito a colpi di ramazza, c'è l'inganno evidente di chi si presenta con una coalizione guidata da un candidato fantasma e dice, dopo mesi di proclami contro il PDL, terminati, appunto, nella cialtronesca alleanza: "Berlusconi è il mio presidente preferito."
Bobo è sulle orme del suo mentore.   
Secondo, a partire dal basso, Beppe Grillo. Antidemocratico, settario, ricordo bene le arrabbiature del paladino della trasparenza, quando venne pubblicata la sua dichiarazione dei redditi sul tanto amato web; ricordo la sua posizione sullo ius soli, sui  fascisti, sulla mafia. Le spara grosse, e tutte sulla croce rossa. La sua è la politica-Pampero, quella che si può ascoltare nei peggiori bar di Caracas.
I grillini, per ora, sembrerebbero meglio. Ma non mi fido troppo.
Terzo Giannino. Ma sarà che gli economisti spocchiosi mi stanno antipatici e i giornalisti economici  che vogliono insegnare le regole del mercato, dando per scontato che si tratti di un gioco pulito,  ancora di più.
Quarto Ingroia. Non lo capisco. Non mi sembra abbia una gran preparazione politica, è piovuto nell'agone dall'oggi al domani, se non diventa parlamentare può tornare a fare il giudice, e questa non è una bella cosa.
Quinto Monti con il suo contorno di paraculi, di cui Casini è l'espressione principale.
Gli riconosco il merito di averci tirato fuori dai guai, e ancora un po' di onestà intellettuale, nel senso che forse crede davvero in quello che dice. Ma la sua ricetta per salvare il mondo se ne infischia degli effetti collaterali, rappresentati da operai, pensionati, lavoratori. Marchionne docet. 
Bersani uber alles. L'unico che non perda occasione per sostenere che la ricetta per uscire dalla crisi è il lavoro. L'unico che sembra avere i piedi per terra  e dosi massicce di buonsenso. L'unico che mi dà l'idea di pensare all'equità sociale.
Se devo dirla tutta, poi, io mi sento molto vicino a Nichi Vendola e spero che serva a sorvegliare e pungolare il nuovo governo senza cascare nei tragici errori della sinistra radicale del passato.
Speriamo di vincere e di vincere senza discussioni. 
Chissà che con Hollande in Francia e Bersani in Italia anche l'Europa non possa migliorare.

Se interessa: il mio nuovo romanzo è in dirittura d'arrivo. Si tratta della seconda avventura di Renzo Parodi e del fido Marotta. Sono a buon punto.

mercoledì 30 gennaio 2013

IL SUDORE DELL'ATLETA

Si chiama così il concorso nazionale organizzato dal Panathlon International di Crema. 
Il bando prevedeva una gara tra racconti di ambito sportivo.
La giuria ha scelto il mio "LA CORSA DEI MARZIANI" che  si è piazzato al primo posto.
Vincere un premio fa piacere sempre; ma questo è stato un piacere doppio, perché si tratta di un riconoscimento letterario che è anche un po' riconoscimento sportivo.
E un'altra cosa che ho notato con piacere è stata la presenza di giovani e giovanissimi tra gli ospiti e tra i premiati.
Così, l'unica nota stonata l'ha suonata la mia anagrafe, così lontana da quella dei ragazzi in gamba che ho conosciuto.
Ma va bene così. In fin dei conti, da quel punto di vista, un premio alla memoria sarebbe stato peggio

http://www.inviatoquotidiano.it/fatti/i-50-anni-di-panathlon-crema-villa-toscanini-la-serata-con-i-giovani-vincitori-del-concorso