da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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venerdì 22 dicembre 2017

un po' di rigore

Ci sono già milioni di commentatori, più o meno esperti, che si dedicano al calcio, e ho sempre pensato che fossero sufficienti.
La vicenda del rigore non concesso a Pepito Rossi nella partita di coppa Italia contro la Juve, tuttavia, mi pare emblematica di un modo di pensare  e gestire le regole, tipicamente italiano.
Premetto di essere moderato tifoso genoano, di apprezzare l'immagine pubblica di Ballardini e di Rossi, molto più bravo che fortunato, e di avere alle spalle una militanza nello sport agonistico.
Per questo, quando ho letto dell'uscita dell'allenatore che sosteneva la necessità di "chiudere un occhio", concedendo un rigore al Genoa (giudicato non assegnabile dalla VAR), ho pensato a una battuta.
Commenti e notizie successive mi hanno invece convinto del contrario.
E allora, accreditando questa interpretazione, dovremmo considerare che i risultati, anche nello sport, in Italia, andrebbero conseguiti per meriti speciali che esulano dalla prestazione; uno strano concetto di meritocrazia.
Sarebbe lecito quindi pretendere rigori concessi alla simpatia, sanzioni applicate per insopportabilità manifesta o divergenze di opinione, ammonizioni per chi commettesse falli ai danni di figli unici di madri vedove e via discorrendo.
Si tratterebbe, insomma, di trasferire ufficialmente anche nello sport quel concetto che ci è così caro e che ci fa guardare spesso con sospetto dal resto del mondo: le regole sono fatte per essere trasgredite.
Che cosa avrebbe detto Ballardini, se il rigore fosse stato concesso e lui fosse stato allenatore della Juve? 
E se il Genoa, alla fine, avesse pareggiato quella partita anche grazie a un rigore assegnato a compensazione della simpatia e della sfortuna di Pepito Rossi? Sarebbe stato giusto, sportivamente parlando?
Sono sempre stato contento del fatto che nel mio sport, al di là di comprensibili errori, chi era più forte o più bravo avesse l'occasione di dimostrare il proprio valore, e chi era più debole sulla carta avesse la sua opportunità di smentire i pronostici in campo, così, semplicemente affrontando la competizione in modo leale, secondo le regole; e mi sono sempre augurato che questa semplicità si potesse trasferire a molti altri settori della nostra società.
Pare invece che mi debba accontentare del fatto che quel rigore non sia stato assegnato, rintuzzando, per ora, un attacco della società "civile" alle regole sportive. 

martedì 5 dicembre 2017

Saffran in uscita

Evviva!
E' uscito Saffran, il mio sesto romanzo.
In attesa della prossima distribuzione in libreria, chi fosse interessato può acquistarlo sul sito dell'editore, All Around.
Il link è:  www. edizioniallaround. it

sabato 25 novembre 2017

con le donne

Oggi è la giornata dedicata al contrasto alla violenza sulle donne.
Mi pare già un'enormità.
Nessun giorno dell'anno dovrebbe vedere casi di violenza di genere. E invece. 
E' un po' come per la polemica sul termine "femminicidio" o sulle "quote rosa" o sull'otto Marzo. 
Non ci dovrebbe essere bisogno di tutto questo, nel migliore dei mondi possibili, ma viviamo in un  mondo maschile e maschilista, dove le nostre compagne sono spesso costrette a scavare trincee culturali e a difendersi.
E, probabilmente, è colpa del retaggio che ci portiamo dietro anche il polverone sollevato in tutto il mondo dalle accuse di violenza che, negli ultimi tempi, hanno colpito uomini, più o meno in vista in tutto il mondo, che ha portato a qualche esagerazione. 
Detesto alcuni atteggiamenti maschili, detesto ogni forma di prevaricazione e trovo inaccettabili, vili e spregevoli alcuni reati.
Per questo chiedo alle donne di adoperare, in situazioni così delicate e difficili, la loro intelligenza e la loro integrità.
Un uomo volgare, che formula richieste sconvenienti non esercita lo stesso tipo di violenza di uno stupratore, neanche uno che approfitta vergognosamente di una posizione di predominio, anche se la sua colpa è di sicuro più grave; se è vero che la donna (chiunque, in realtà) deve poter dire di no in qualsiasi momento a una richiesta sessuale, io ritengo che l'accettazione, più o meno elegante, di quel no costituisca una differenza non da poco nel giudizio sull'eventuale violenza subita.  
Ha ragione Michele Serra quando scrive che mischiare i burini e i cafoni e i molestatori piccoli e grandi a coloro che infliggono violenza rischia di portare acqua al mulino di chi vorrebbe minimizzare e sottrarre credibilità alle vittime. 
Per questo vorrei che ognuno fosse chiamato a pagare per i suoi errori in base alla reale entità delle sue colpe.

venerdì 24 novembre 2017

Saffran

Verso la fine del XVI secolo, nel corso di una scorreria sanguinosa sulle coste liguri, una bambina dai capelli color zafferano (safran, in molte lingue e dialetti), schiava dei saraceni, riesce a fuggire da una galea carica di merce viva. 
Approda su una terra sconosciuta, bellissima e aspra, e comincia un cammino che la condurrà, tra mille insidie, ad affiancare le protagoniste di uno dei più celebri processi alle streghe istruiti in Italia: quello che cominciò a Triora nell'estate del 1587
Secoli dopo, ai giorni nostri, l'ispettore capo Renzo Parodi, primo detective letterario afroitaliano, e il fido Marotta, già protagonisti di altri casi intricati, indagano su un efferato delitto commesso a San Martino Di Struppa, quartiere collinare di Genova.


Saffran racconta di donne perseguitate, torturate, umiliate; di alcuni retaggi maschili che ancora oggi agiscono in eventi criminosi, i cui tragici epiloghi sono così simili e frequenti da pretendere una definizione: femminicidi. 


Alcuni dei personaggi  ed eventi di questo libro appartengono alla storia. Oltre al famoso processo alle streghe di Triora, sono autentici i nomi delle bazure, sono autentici i nomi dei Dogi, dei Podestà e di alcuni inquirenti, sono autentici Luca e Franchetta Borelli. 
Il collegamento tra Triora e San Martino Di Struppa, all'epoca colonia penale di Genova, risiede nel fatto che, dal 1600 in poi, nei registri parrocchiali di San Martino Di Struppa compaiano i cognomi Bazoro e Bazora, che richiamano i termini bazora o bagiua, usati nel ponente ligure per indicare la strega.
Altra circostanza, purtroppo autentica, è una serie impressionante di delitti, più o meno efferati, perpetrati fino ai giorni nostri, da maschi contro le donne. 

Questo romanzo, ambientato in parte in secoli in cui la misoginia era codificata da leggi, in parte in anni in cui è stata coniata la parola femminicidio, è dedicato a tutte le donne e agli uomini di buona volontà, capaci di conoscenza e rispetto

martedì 12 settembre 2017

chi dice danno dice donna

Nel nostro Paese non è difficile assistere a danni più o meno gravi, basta guardarsi intorno.
Ma accade sovente che molti di questi danni, specie quelli ingiusti e provocati, colpiscano categorie di persone precise.
Nel caso specifico, oggi, se io fossi una donna, sarei incazzata nera.
Dal 2018, infatti, una nuova "grande conquista" avvicina le donne agli uomini sulla strada della parità: finalmente, tutte le donne e tutti gli uomini italiani potranno orgogliosamente fruire dell'età pensionabile più alta in Europa.
Tralascio commenti sulla portata comune della problematica sociale che ci troviamo ad affrontare, limitandomi a osservare ciò che è assolutamente evidente, e cioè che più viene procrastinata l'uscita dei lavoratori anziani, meno spazio ci sarà per i giovani nel mondo del lavoro, con esiti negativi sulla vita di tutti; tuttavia, anche se questa svolta epocale era già stata preannunciata fino dal 2011, anche se si tratta solo dell'ultima fase di un processo che ora riguarda anche le dipendenti private; in occasione del compimento del misfatto, mi pare opportuno sottolineare che la parità, in Italia, per le donne non c'è negli stipendi, perché solitamente si fermano ai livelli più bassi dei percorsi di carriera; non c'è nelle ore di lavoro che proseguono, a casa, ben oltre l'orario di ufficio e che permettono spesso alle famiglie italiane di mantenere quella caratteristica di primo nucleo sociale tante volte evocata. 
La parità non c'è nei crimini violenti perpetrati, nella grande maggioranza, da maschi contro le donne, e non c'è nella tutela di molti diritti.  
Nonostante la strada percorsa, soprattutto dal '68 in poi, la parità è insomma ancora di là da venire, per molte di quelle conquiste che i maschi danno per scontate. 
Adesso, però, tutte le donne, in Italia, potranno (dovranno) andare in pensione più tardi, uniformandosi all'età degli uomini.
Potrebbe perfino essere una buona cosa, se prima avessimo risolto tutte le altre discriminazioni di genere. Così, mi pare una vigliaccata.

martedì 16 maggio 2017

altre storie

Sono tornato.
Chi l'avrebbe detto?
Per ora solo per fare un annuncio (anche se ce ne sarebbero da dire!)
E' in produzione un nuovo romanzo che penso di dedicare alle donne.
Questa volta le indagini di Renzo Parodi partiranno da molto, molto lontano.
Il nuovo titolo dovrebbe uscire a dicembre.
Nient'altro, per adesso.
Al lavoro.