da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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venerdì 17 giugno 2011

E' uno scherzo?

Sono rimasto un po' incerto sull'opportunità di rispondere a chi ha commentato il mio ultimo post.
Costui o costei è così lontano dalla mia realtà che il suo messaggio mi pare uno scherzo.
E continuo ad avere qualche dubbio sulla buonafede di Lucio (così si firma) che si dice terrorizzata al pensiero dell'odio che consuma quelli di sinistra come me.
Poi ho deciso che, se fosse vero, quel commento merita considerazione, almeno semantica, perché è l'esempio, se mai ce ne fosse bisogno, dello scollamento incredibile che si è ormai verificato nel linguaggio tra gruppi di persone.
Tralascio le accuse di approfondimento farneticante; per carità, ognuno ha diritto alle proprie opinioni, anche se io cito fatti e frasi innegabili e sfido Lucio a contestarle; sorvolo sull'uso del vocabolo odio, parola che, per me, dovrebbe essere adoperata con parsimonia perché credo che sottintenda un desiderio di eliminazione quasi fisica dell'odiato; supero lo slogan menomale che Silvio c'è, anche questo riflette un'opinione; e lascio correre e scorrere il concetto espresso che noi compagni siamo corrosi da pregiudizi e fantasie allucinate; ma non posso non soffermarmi su questa frase: "(Silvio) ...almeno è un signore, educato... ".
Ecco dove è quasi impossibile instaurare un dialogo.
Per me "un signore" o "una signora" è persona elegante, cortese, mai fuori posto, sempre misurata, e anche generosa, certo; ma non mi riesce proprio di considerare "signorile" la generosità degli emolumenti alle Olgettine.
Né mi pare elegante (anche se non lo voglio scambiare per odio), affermare pubblicamente che almeno il cinquanta per cento degli elettori italiani è fatto di coglioni, o di senza cervello. Né mi pare misurato dichiarare di essere il più grande statista degli ultimi centocinquanta anni, o l'unto del Signore, quello vero. O dire che i giudici sono un cancro.
E, inoltre, abbiamo un'ampia casistica di barzellette e comportamenti pubblici del premier che sono agli antipodi della misura e dell'eleganza, rimarcati, ahimé, anche all'estero.
Insomma, secondo la mia interpretazione, Silvio è l'antitesi della signorilità.
Sull'educazione, poi, basterebbe la famosa storiella della mela brevettata al sapore di f...
Ecco perché, se Lucio esiste, devo prendere atto del fatto che parla una lingua per me incomprensibile, senza necessariamente odiarlo.

mercoledì 15 giugno 2011

Forse ci siamo

Io sono prudente.
E aspetto di vederli sparire, prima di fare salti di gioia.
Una Cosa Pubblica senza Berlusconi, Santanché, Borghezio, Castelli, Bossi, Quagliarello, Straquadanio, Scilipoti, Lupi, Cicchitto, Bondi, Capezzone, Gasparri, La Russa, Fitto, Sacconi, Brunetta, Alfano, Ghedini, Bonaiuti, e compagnia berciante, sarebbe un gran sollievo, finalmente!
A quello tendo.
Però non si può negare la contentezza di tutte queste vittorie, accanto alla preoccupazione dei "distinguo" che paiono emergere a sinistra e incombono come i polli di Renzo.
A perdere siamo bravi, sarebbe ora che imparassimo a vincere.
Come lo capisco io che c'è chi fa di tutto per accentuare le differenze, sarebbe ora che lo capissero politici di provata esperienza.
Del resto, la gentaglia di governo cosa poteva fare?
Politica no. Non è mai stata capace; fa quello che era lecito aspettarsi: cerca di seminare zizzania, sicura di trovare terreno fertile; e così gli sconfitti non paiono tanto curanti del fatto che loro abbiano indiscutibilmente perso, quanto del fatto che "il PD non ha vinto; ha vinto Di Pietro, ha vinto Vendola..."
Bravi furbi! Non mi risulta che la maggioranza dei candidati vincenti alle amministrative fosse appoggiata dal governo, né che condividesse la sua, per così dire, politica.
Eppure, ieri sera, quell'altra cima della Polverini parlava come se Pisapia l'avesse inventato lei.
Capisco che, in questo momento, il PD sia l'avversario più temibile e quindi quello da screditare soprattutto, ma ci vorrebbe almeno un'oncia di pudore.
Prendiamo l'esempio più eclatante: De Magistris ha vinto a Napoli. Perfetto. Non è il candidato del PD. No.
Ma è il PD che l'ha appoggiato, alla fine, non il PDL.
Nè credo che Berlusconi sia più contento di Bersani, per quella elezione.
Veniamo al referendum.
Ineffabile Romani quando sostiene che, sul nucleare, "ha vinto la posizione del governo".
Il teorema sgangherato è: il governo ha sospeso il nucleare modificando la sua posizione, e quindi il voto è andato nella stessa direzione del governo.
Non credo di dover spiegare l'enormità della panzana.
Dicevo che io sono prudente.
Questo spiega il perché; se per diciassette anni siamo stati governati, consenzienti, da gente del genere, non riesco ancora a credere che, di punto in bianco, siamo guariti senza correre il rischio di ricadute.
Ancora un po' di fatti e interpretazioni.
Brunetta.
La politica dell'insulto e dell'arroganza livida, senza alcun costrutto.
Forse l'ho già detto, ma conviene un ripasso. Andatevi a sentire "il Giudice" di Fabrizio De André, dall'Antologia Di Spoon River.
Lì, tutti i Brunetta del mondo sono descritti con precisione assoluta. Genesi e motivazioni.
In ultimo due considerazioni; la prima è che, grazie agli ultimi risultati, al ritorno forzato alla politica vera, non si parla da un po' di riforma della giustizia che, da priorità assoluta , è passata almeno al secondo posto dietro la riforma fiscale.
Ecco, attenzione! Che non la facciano questi qua la riforma fiscale, oppure corriamo il rischio che, per comprare altro consenso, spendano i nostri soldi lasciandoci in condizioni peggiori della Grecia.
Ricordiamoci che Berlusconi è straricco e ha un'etica molto personale, e quindi, dato il suo senso dello stato e delle istituzioni, non gli può importare di meno se una politica economica dissennata porterà i cittadini normali alla rovina. Quella rovina non lo riguarda.
Seconda considerazione, non troppo disgiunta dalla prima.
Da dopo le amministrative ho sentito nuovamente la spregevole teoria dell'egoismo generazionale.
Secondo questa teoria, fatta apposta per mettere i genitori contro i figli (deve essere il piano- famiglia tanto auspicato), la colpa della precarietà dei figli degli operai, o degli impiegati, è del padre, o della madre, che guadagna troppo o ha troppi privilegi.
Sarà meglio intenderci: se mio figlio non ha speranze di trovare lavoro e io posso risparmiare per lui, tirando la cinghia, sarei un pessimo genitore se i sudati risparmi li affidassi a questo governo per dare un futuro a mio figlio.
Se non siete convinti, ricordatevi di Berlusconi che suggerisce alla studentessa di sistemarsi sposando un suo rampollo, o di Brunetta quando afferma che i precari sono la parte peggiore del paese; dimostrano ambedue di avere ben chiara la strada da seguire per dare un lavoro ai giovani.
Finché io ho uno stipendio, una pensione, posso cercare di fare sacrifici per sostenere mio figlio.
Certo, saremo poveri in due. Ma se i genitori affidassero a questo governo le loro ultime risorse per aiutare i figli, sono certo che sarebbero presto disperati entrambi.
Se invece la questione riguardasse i grandi patrimoni, l'evasione fiscale, bé, allora i teorici dell'egoismo generazionale si gestissero tra loro e ci facessero sapere quanto maltolto hanno finalmente deciso di restituire al futuro delle generazioni che loro hanno scippato.
Ma voglio pensare positivo. E' vero che il vento è cambiato e forse rinforzerà tanto da spazzare ben bene il nostro cielo.
Quando accadrà, ricordiamoci di partire dalla priorità vera: il lavoro. Tutto il resto sarà meno difficile.

mercoledì 1 giugno 2011

Non ha mai offeso nessuno

Ieri sera, a Ballarò, Formigoni ha detto che il premier "non ha mai offeso nessuno"
Smentisco. il presidentedelconiglio, a me e ad almeno il cinquanta per cento degli elettori italiani, quelli che votano a sinistra, ha detto che siamo coglioni, che siamo senza cervello.
Ai giudici che sono un cancro, alla Boccassini che è una metastasi.
A Obama che è abbronzato, alla Carfagna che è debole e inesperta o, in alternativa, a De Magistris che è camorrista (altrimenti come interpretare la frase "con la Carfagna avremmo vinto ma abbiamo preferito non candidarla perché a Napoli c'è la camorra."?).
Agli italiani tutti ha detto che Ruby è la nipote di Mubarak e che, con la polizia, si era solo informato (e così è come se avesse dato degli imbecilli a tutti).
E anche il baciamano a Gheddafi, per quel che rappresenta, è stato un'offesa grave alla sensibilità di molti.
E, se mi ci metto, me ne ricordo parecchie altre, di offese.
Formigoni si è risentito quando lo studio di Ballarò non ha condiviso visibilmente la sua affermazione, ha detto che erano reazioni di parte.
Appunto.
La cospicua parte lesa.
Io, comunque, una prima festicciola stasera la faccio.
Quella grossa ci sarà quando l'Italia si sarà scrollata di dosso la gentaglia al potere e comincerà a tentare di risolvere i suoi problemi "con l'eleganza delle passioni" come dice Vendola.
Mi permetto di aggiungere "con l'umile saggezza dell'unità, del servizio".
Con buona pace di quelli che fanno i distinguo tra i candidati della sinistra vincente; con buona pace di quelli che dicono che Bersani è troppo serio in conferenza stampa (Ma io l'ho visto ridere della grossa, quando c'era qualcosa da ridere. Quanto ci vorrà prima di estirpare l'immagine odiosa del guitto di potere?).
Con buona pace di quelli che cercheranno di comprare altre coscienze in vendita.
Lavoriamo. Facciamo politica. Facciamo attenzione.