da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 26 febbraio 2009

Virtuale! Virtuale!

Bonaiuti non è, purtroppo, virtuale. ma sembra abbia espresso un'idea che sarebbe perfino divertente, se non fosse che altre idee buffe dei suoi sodali ci hanno poi fatto piangere perché non si trattava di battute di spirito, ma di dichiarazioni di intenti.
Lo sciopero virtuale.
Dunque, se è stato correttamente riportato il suo pensiero, l'idea è che, per non danneggiare gli utenti di alcuni servizi, i lavoratori in sciopero virtuale dovrebbero lavorare, dichiarando lo stato di agitazione, dopodiché il loro stipendio, per il tempo corrispondente allo stato di agitazione medesimo, verrebbe devoluto in beneficenza.
Ve li immaginate i padroni, come sarebbero ansiosi di rinnovare i contratti? Da sbellicarsi.
In questo modo lo sciopero diventerebbe qualcosa di simpatico per tutti, salvo per coloro che fossero costretti a ricorrervi. I padroni, poi, che non ci rimetterebbero un centesimo, si ripulirebbero perfino la coscienza; invece che pagare quei cattivoni dei lavoratori, darebbero denaro ai bisognosi (magari lavoratori anch'essi, ma meno invisi...).
Ora, sarebbe facile obiettare che a sciopero virtuale si potrebbe opporre lavoro virtuale, cioè una finta operosità a contrastare una finta astensione, ma la nostra parte, che viceversa ha il senso dell''umorismo, cose del genere le dice per scherzo.
Ma proviamo a seguire fino in fondo la castroneria governativa.
Volete lo sciopero virtuale? Parliamone su questa base: per ogni ora di sciopero virtuale dei lavoratori (modalità di attuazione facoltativa), non pagata a questi ultimi, l'azienda devolverà quattro ore di lavoro in beneficenza, oppure all'inps, allo stato sociale, alla cassa integrazione, ai fondi pensione, sotto rigida sorveglianza di una commissione a partecipazione sindacale.
Con questo sistema i diritti dell'utenza sarebbero salvi, se sono davvero quelli che si vogliono tutelare, e le aziende potrebbero posare quell'ingombrante volpe che il governo vuole mettere loro sotto l'ascella, rimanendo "stimolate" alla pace sociale.
Cosa ne dici, Bonaiu'?

martedì 24 febbraio 2009

considerazioni a margine

E' un po' che non scrivo sul blog (il mio libro però va avanti), ma tanto non credo che i miei numerosi lettori si sentano abbandonati.
Butto qualche considerazione a margine, nel pozzo.
Veltroni si è dimesso. Fra amici della stessa sponda ferve il dibattito: ha sbagliato prima, no ha sbagliato adesso, la sinistra fa sempre casino, il pd non è sinistra, eccetera.
Rifletto sul fatto che gli altri hanno vinto in Sardegna in concomitanza col fatto che il loro leader se l'è cavata, per l'ennesima volta, rispetto ad un reato commesso, in un processo che ha condannato il corrotto (Mills) e non il corruttore, grazie al lodo Alfano (altre volte mi pare sia intervenuta la prescrizione).
Deduco, per l'ennesima volta, che la legalità, l'etica della politica, non siano oggi valori prioritari in questo Paese.
La maggioranza degli elettori pare se ne infischi, finché l'illegalità non li colpisce direttamente, magari per mano di un criminale di strada per il quale, allora sì, si invocano pene severe....

domenica 15 febbraio 2009

pagina 25

Il nuovo romanzo va avanti. Sono a pagina 25.
Ho cominciato in uno studio televisivo, sono passato da una sala congressi, e ora sono nella giungla.
Marcello e Paolo si muovevano in scenari più familiari, ma qui si viaggia...
So già come andrà a finire; generalmente, quando ho in mente una storia, si accende il finale per primo.
Il problema è come arrivarci e quando...

mercoledì 11 febbraio 2009

grande fratello

Quella sera, per la prima volta, mi sono sintonizzato sul grande fratello.
L'ho fatto, disgustato, dopo quattro frasi insinuanti di Bruno Vespa e poche di più di Eugenia Roccella, ugualmente insopportabili.
Dall'altra parte c'era Fede, a cui non sopporterei vedere affidato neanche un servizio sul decesso di un animale.
L'indomani, sembrava che l'aumento incredibile dell'indice d'ascolto sul reality demenziale fosse l'indice della pochezza dei telespettatori.
Non è venuta proprio a nessuno degli esperti l'idea che fossimo arcistufi di assistere a un macello, che il telecomando fosse un segno di protesta?
Credo che un tema del genere sia tanto complesso da poter essere affrontato, dal punto di vista legislativo, con molta difficoltà, solo da un gruppo di saggi con grande senso morale ed etica indiscutibile.
Dove sono, in questo disgraziato Paese? Sono gli assatanati dello share? Sono i politici senza scrupoli oppure quelli assolutamente imbecilli? Sono le schiere del papa tedesco che non si accorge di un'enormità uscita dalla bocca di un vescovo sull'olocausto (o forse sì?) e poi permette che qualcuno dei suoi chiami "assassino" un padre dotato di coraggio e forza sovrumana?
In questo momento, più ancora di quella povera ragazza che ha continuato a morire per diciassette anni, mi colpisce la sorte dei suoi genitori che sono così migliori di noi e che devono ancora sopportare valanghe di dolore, che noi tutti, a loro, potremmo risparmiare.

domenica 8 febbraio 2009

fatta la legge...

A proposito della funzione educativa dell'esempio.
Oggi Sacconi (ministro) ha dichiarato con sguardo sfuggente, che la struttura di Udine non sembra adatta ad accompagnare Eluana.
Ha detto che gli ispettori governativi e i NAS avrebbero ipotizzato irregolarità... amministrative.
Non sono riusciti col decreto, temono di non avere il tempo di fare una delle loro solite leggi "ad hoc", e allora, semplicemente, nella migliore (peggiore) tradizione dell'ultimo dei magliari, tentano di aggirare la legge con un pretesto.
Ottimo esempio di senso dello Stato, un governo che cerca di ingannare la legge.
Adesso aspettiamo che ci diano suggerimenti definitivi su come gabbare il fisco, che pubblichino il vademecum della truffa perfetta, che ci spieghino l'ABC dell'abusivo.
Adesso aspettiamo eclatanti effetti dello spirito di emulazione presente nel Paese.

sabato 7 febbraio 2009

Facciamo qualcosa

L'ho sentito oggi.
Di solito cerco di evitare la sua faccia, ma mi è arrivata addosso dalla tv accesa.
Parlando di quello che sta accadendo a Udine, ha detto che sono in contrapposizione due culture: da una parte quella della libertà e della vita, e dall'altra quella dello statalismo e della morte.
Lui non ha vergogna né speranza di provarla, ma quelli che lo hanno votato? Quelli che ne condividono le imprese?
Ci sarà qualcuno ammorbato finalmente dalla puzza che emana questo ennesimo tentativo di politicizzare, per fini infinitamente più bassi, una vicenda umana?
Che cosa c'entra lo statalismo con una povera ragazza che sta morendo da anni e con i suoi poveri genitori?
Lui non sa cosa sia il rispetto, l'altruismo, la dignità, ma c'è qualcuno tra quelli che l'hanno votato, che prova un pochino di vergogna anche per lui?
Subito dopo, il Riccone, ha fatto la faccia seria e ha detto che non capisce come i medici, che devono salvare le vite, possano comportarsi così.
Peccato che tanto accorato richiamo alla deontologia professionale, sia stato completamente ribaltato e ridicolizzato dall' invito rivolto anch 'esso ai medici, dal suo governo, perché si trasformino in delatori dei loro pazienti.
Anonimi, niente paura...
Tra l'altro, questa bella pensata della denuncia dei clandestini malati, la dice lunga anche sull'intelligenza di chi l'ha proposta.
Perfino a voler essere cinici e incuranti dei fantasmi evocati da un governo che esorta a simili comportamenti, non si può non rimarcare che i malati eviterebbero le cure, e le malattie infettive (che non fanno distinzioni di razza e religione) sentitamente ringrazierebbero.
Si vede che il concetto di sicurezza, non comprende, per la nostra "elite", il concetto di sicurezza sanitaria.
Ma queste cose, è possibile che siano notate solo dalla minoranza degli elettori di questo paese?
E se la maggioranza è davvero ben contenta di tutto quello che è accaduto e sta accadendo all'etica e alla morale, convinta che vada bene essere comandati anche dal peggiore dei malandrini, basta che ci dia la sua ricetta per il successo, qual'è il futuro dei nostri figli? E cosa è, infine, "il successo"?
Rubare e farla franca? Diventare smodatamente ricco a prezzo di azioni illegali?
Dimenarsi davanti a una telecamera, più o meno vestiti? Evadere il fisco per comprarsi la barca?
Insomma, il successo per cui si deve lottare è quello che ti mette in cima alla piramide e che giustifica ogni azione compiuta per arrivarci?
Ma questo successo, compresi quelli che ne condividono le regole, somiglia a qualcosa di tristemente noto.
Si chiami mafia, o camorra.
Quella che ti fa dire che Don Ciccio è una brava persona perché ti dà lavoro, ti dà benessere, e chi se ne frega se ha delle bare seppellite in giardino.
Io spero vivamente che la minoranza di questo paese riesca ad aprire gli occhi o il cuore di almeno una parte di maggioranza e che riesca a farlo in tempo per cambiare strada.
Ma mi preoccupa un fatto: tra i tanti vilipendi alla democrazia, usciti da quella bocca, ho sentito, con le mie orecchie, difendere un mafioso, condannato per omicidio, l'ho sentito chiamare addirittura "eroe" perché non aveva parlato.
Questa enormità, ho pensato, in ogni Paese civile sarebbe sufficiente a squalificare a vita chi la pronunciasse pubblicamente, anche se fosse contrapposto al più inetto degli oppositori.
Pochi giorni dopo, invece, quella bocca, è diventata la bocca del nuovo presidente del consiglio.
Ma la speranza, è l'ultima a morire...

venerdì 6 febbraio 2009

dov'è il fondo?

I medici che possono denunciare i clandestini; la limitazione alle intercettazioni; quattro persone al di fuori della legge verso cui hanno obblighi tutti gli altri cittadini; la demolizione avviata della scuola e dell'università; la tassa sui permessi di soggiorno. E altre scelte politiche vergognose di questo genere.
Il tutto condito dal berciare della destra più becera e xenofoba che abbia mai governato in Europa.
Certo che la sinistra sbaglia e si divide e non piace. Ma credo che poco possa esere peggio di un governo che mi riporta alla mente il medio evo, quando una elite di persone deteneva il potere e l'istruzione e lasciava volutamente il popolo nell'ignoranza, per non perdere privilegi.
Fino alla Rivoluzione Francese c'erano disparità sancite fra il popolo e i nobili, di fronte alla legge; poi siamo andati avanti, per circa tre secoli.
Adesso abbiamo nostalgia?
Adesso, nel mezzo di una tempesta economica mondiale (libero mercato, grazie!), invece di occuparsi di problemi che tutto il mondo sta affrontando, la nostra classe dirigente trova di primaria importanza limitare le intercettazioni telefoniche, che riguardano, al solito, soprattutto la cerchia più o meno ristretta degli "amici degli amici".
Adesso, mentre si dovrebbe tenere ben saldo il timone dello Stato, si cerca di galleggiare sulle teste altrui, si soddisfa per decreto l'oscurantismo di questo vaticano, facendo un caso politico perfino della vicenda dignitosa e straziante di una famiglia che meriterebbe un'attenzione ben diversa.
Ribrezzo? Amarezza? Rabbia?
Tutto questo e anche di più, soprattutto se penso che, a questi punti, ci siamo arrivati a seguito di regolari elezioni.

giovedì 5 febbraio 2009

al lavoro

Ho cominciato a scrivere un nuovo romanzo.
Ma non so se riuscirò a finirlo.
Ho lasciato riposare Marcello e Paolo per tentare un doppio salto mortale: sto provando a costruire una protagonista donna.
Non sono sicuro che sia alla mia portata.
E allora chi me lo fa fare?
Il gusto per la sfida e la bellezza delle donne; sono curioso di vedere fin dove ho capito.
Se, almeno qualcosa, ho capito.

mercoledì 4 febbraio 2009

il meno peggio

Ho sentito qualcuno che diceva che Maroni, tutto sommato, nel disastro governativo generale, è il "meno peggio".
Può darsi.
Figuriamoci cos'è allora, il peggio, se il nostro ministro dell'interno ha potuto dire che con i clandestini bisogna essere più cattivi.
C'era proprio bisogno di una dichiarazione pacata e serena che contribuisse ad allentare le tensioni degli ultimi tempi.
E' un buon modo, questo, di perseguire la sicurezza.
Del resto, da un po', parte di questo ineffabile paese sembra giustificare le più volgari e basse dichiarazioni, convinta che "le parole non contano, contano i fatti".
Le parole contano, invece. Al punto che, a volte, sono esse stesse fatti.
Parole vergognose sono un fatto vergognoso in bocca a chiunque. Peggio in bocca a chi è stato eletto a rappresentare altre persone.
Ah, già, ma spesso alcuni di noi "fraintendono"....

lunedì 2 febbraio 2009

cerco interlocutore

Mi sono ripromesso di fare i compiti.
Mi hanno detto che un blog deve essere curato periodicamente, e io ci sto provando.
Ma ho bisogno di un interlocutore.
Altrimenti mi tocca giocare da solo, e non sono abituato.
Piove e fa freddo.

Spoglie d'ombrelli
vinti dal vento
rammento...

Potrebbe essere l'inizio di qualcosa.
Come suona?