da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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mercoledì 30 maggio 2012

Dall'acqua nasce l'anima

Si tratta di un concorso letterario nazionale, che ha visto la partecipazione di 260 racconti.
Il mio "Il pozzo e il pneuma" non si è classificato tra i primi tre, ma è stato segnalato tra gli altri dieci meritevoli di menzione e, credo, pubblicazione.
Ne sono contento, e ringrazio i componenti della giuria.
La premiazione il giorno 8 Giugno, alle 18, a Palazzo Ducale, nell'ambito del Festival Della Poesia.
Se passate di lì...

sabato 19 maggio 2012

Assassini vigliacchi

Credo che sia difficile la comprensione delle menti che progettano ed eseguono  un gesto vigliacco capace di uccidere una ragazza di sedici anni, innocente e ignara, davanti a una scuola.
Perché? Per perseguire quale disegno? Non ne esistono di così enormi da superare l'importanza della vita di una ragazzina.
Se mai ha una giustificazione la parola "mostro", penso che la si possa spendere in questo caso terribile; si tratta di un mostro depravato e laicamente sacrilego, che si ciba di sangue giovane e futuro.
Più probabilmente, si tratta di una pattuglia di mostri: alcuni pianificatori con neuroni, altri esecutori privi di neuroni; non riesco nemmeno a immaginare un unico cervello così perverso da pianificare ed eseguire un evento simile.
Ed è vero che fatti del genere, purtroppo, avvengono nel mondo più lontano, nella nostra quasi indifferenza; ma è pur vero che nel nostro Paese non c'è dittatura o guerra dichiarata o instabilità tale da fornire spazio a stragisti di bambini.
Almeno, non c'erano fino ad ora.
E' comunque uno strano Paese, il nostro; capace di indignarsi più per una ventilata tassa sugli animali domestici che per il pasticcio degli esodati o l'ignominia della incapacità di approntare una legge contro la corruzione.
E' un Paese che sembra aver dimenticato come, nel 1993, attentati di mafia contro persone inermi ed edifici simbolici, ottennero che lo Stato si piegasse alla trattativa.
Può darsi che la criminalità organizzata abbia nuovamente qualcosa da chiedere e ricordi, lei sì, che questo è il modo per ottenerla.
Come può darsi che il nostro Paese, mai debole come in questo momento, mai disunito come in questo momento, dal dopoguerra, sia la preda ideale non solo per gli avvoltoi della finanza speculativa, che volteggiano sull'Europa intera, ma anche per i criminali organizzati e cruenti, quelli che, per dirla alla Grillo, "affamano la gente meno della politica", anche se forse ammazzano una ragazza di sedici anni perché nella debolezza dello Stato sanno di poter portare un assalto efficace. 
E potrebbe anche darsi che questo sia un attacco mosso dal terrorismo, che sta ritrovando, anche lui, punti deboli in cui affondare.
Io sono stato alla manifestazione organizzata ieri, nella mia città, contro il delirante attacco ad un uomo indifeso.
Eravamo tremila. Meno di quanti mi aspettavo, meno di quanti sarebbe logico aspettarsi se davvero vogliamo vincere questa battaglia contro le forze che sbarrano il passo alla speranza di un futuro normale.
Soprattutto mancavano i giovani, quei giovani che vivono di insicurezze e precarietà e che, da oggi lo sappiamo, possono anche morire di bombe vigliacche.
Corruzione, terrorismo, criminalità organizzata, sono i figli maledetti di una illegalità diffusa e di una carenza sempre maggiore dei valori che hanno fondato la nostra società, riportati per iscritto nella nostra Costituzione.
Bisogna che i giovani prendano coscienza del fatto che questi tre macigni pesano sul loro futuro e vanno sgretolati senza esitazioni; bisogna che quelli che questa coscienza già ce l'hanno glielo spieghino.
Se è una guerra, soltanto uniti possiamo fare la nostra Resistenza.

lunedì 7 maggio 2012

sparano

Non si sa ancora quale sia il movente dei proiettili sparati alle gambe dell'AD di Ansaldo Nucleare, al quale va tutta la mia solidarietà.
Quello che so è che, a Genova, cose del genere le ho già viste cominciare quaranta anni fa.
Credo da sempre che, in una democrazia, il tentativo di eversione, la lotta armata siano scelte folli o criminali.
La democrazia è fatta proprio per permettere avvicendamenti fisiologici degli uomini e delle idee, con percorsi codificati, di  libero accesso e incruenti. 
In democrazia vince l'idea più forte, non la pistola più veloce o l'arma più potente, quelli sono strumenti della dittatura.
Quello che mi preoccupa, oggi, è che la follia e la criminalità trovano sempre terreno fertile nella disperazione e, se mi guardo intorno, il tasso di disperazione nel Paese (e in Europa) è molto più alto di quaranta anni fa.

sabato 5 maggio 2012

questione di parametri

Ci sono notizie che si sperano fasulle.
Ma questa è la seconda volta che la leggo e, nonostante la sua enormità, non mi risulta smentita.
Temo allora che sia vera.
Monti avrebbe dato risalto ad una classifica di suicidi derivati dalla crisi, classifica che vedrebbe l'Italia sopravanzata dalla Grecia.
Se ne ha parlato, evidentemente, ritiene il parametro indicativo di una migliore condizione del nostro Paese rispetto all'Ellade.
Ecco quindi che, oggi, i suicidi per disperazione entrano a far parte ufficialmente di una qualche statistica che definisce il benessere di una nazione.
Come il PIL, come il debito pubblico, un parametro cinicamente esaminato dalle società di rating, dagli investitori internazionali.  
Abbiamo salito un altro gradino verso il mondo che vogliamo? O l'abbiamo sceso?
Chissà che il nostro governo non gioisca moderatamente, aspettandosi  un mercato delle bare e delle esequie in controtendenza, per la ripresa della domanda interna; e, magari, un miglioramento della bilancia dei pagamenti per l'aumento delle esportazioni di casse in legno economico verso la Grecia. 
Questo sarebbe un altro  "effetto collaterale" della politica che continua a sottrarre ai poveri, cercando di non scontentare troppo i ricchi; una politica che appare sempre di più spietatamente dedicata al miglioramento delle condizioni di vita di chi vive già bene, anche al prezzo di vite altrui.
In questo senso sembrano andare anche le nomine di Bondi, chiamato a studiare ulteriori tagli; Amato, pensionato da trentaduemila euro al mese, e Giavazzi, liberista convinto.
Invece il ministro Riccardi ha detto, più o meno,  che è ora di fare qualcosa per il disagio sociale che si sta manifestando.
Ah, bene, si vede che quando hanno tagliato le pensioni dei poveracci e creato gli esodati, e aumentato a dismisura le tasse, e manomesso l'art. 18, non sapevano che il disagio si sarebbe manifestato, l'evento li ha colti di sorpresa. 
Bisogna fare qualcosa per il disagio sociale. E' giusto. Meglio tardi che mai.
Ah, se i suicidi passati avessero avuto un po' più di pazienza! 
E i candidati al suicidio attuali, che aspettino ancora un poco in cima al cornicione o sullo sgabello o col dito sul grilletto, non vorranno mica che la Grecia risulti meglio di noi nella classifica avulsa.
Un po' di amor di Patria, che diamine!