da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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sabato 31 gennaio 2015

presidente

Abbiamo il nuovo Presidente Della Repubblica.
Sergio Mattarella non mi fa battere il cuore, ma ha un curriculum di tutto rispetto  a cui si aggiunge l'ottima referenza del livore con cui Renato Brunetta commentava la sua imminente elezione prima che essa avvenisse.
Come un bambino dispettoso, rispondeva a una domanda della giornalista che lo intervistava dicendo che dopo la scelta unilaterale di Renzi sul candidato, non è affatto detto che la riforma della legge elettorale vada in porto. Con buona pace di tutti coloro che, come me, pensano che l'unica discriminante valida per la buona politica per sostenere una legge sia la bontà della legge stessa.
In parole povere, parrebbe che a Brunetta non possa fregare di meno se la nuova legge elettorale serve o no al Paese, ma gli interessi esclusivamente subordinarne la votazione a una ripicca.
E' arrivata poi anche la parte buffa. E' stato quando, a precisa domanda sulla fedeltà dei forzaioli alle direttive di partito (votare scheda bianca), il nostro ha risposto sprezzante che la specialità dei franchi tiratori appartiene al PD.  
Peccato che, poco dopo, le schede bianche nell'urna siano risultate meno di tre quarti dei grandi elettori di Forza Italia.
Sapete chi mi ricorda Brunetta? Louis De Funes, quel comico francese incazzosissimo che faceva ridere perché gli andavano tutte storte.
E allora, grazie anche al comico Brunetta per aver portato una nota leggera e divertente in un fatto così serio come l'elezione di un Presidente della Repubblica.

martedì 20 gennaio 2015

Gaspuah!

Qualcuno riesce a spiegare al vicepresidente del senato (mi attanaglia la disperazione mentre associo il nome alla carica) Gasparri, che, anche non prendendo in considerazione la sua violenza, il suo cattivo gusto e il suo pattume, non si può evitare di rimanere sbalorditi di fronte alla sua ignoranza che lo porta a ritenere possibili rapporti sessuali consenzienti tra un prigioniero e il suo carceriere?

venerdì 16 gennaio 2015

mille carezze e un pugno


Papa Francesco ha dichiarato che non è mai accettabile che si uccida in nome della religione, ma che, se qualcuno offendesse sua madre, lui gli darebbe un pugno.
Con ciò, pare che l'esempio assimili una religione a una madre.
Con tutto il rispetto per lui e le mille carezze che fino a ora gli ho visto regalare al mondo, questa volta mi sento umilmente di dissentire. E solo fin qui, mi sono già permesso un atto laico che parecchi "religiosi" punirebbero severamente, indipendentemente dalla confessione da cui arriva il dissenso. 
E' proprio questo il tema, o meglio, il problema: intanto una madre ce l'hanno tutti, una religione no, e poi ci sono comunque madri e madri, figuriamoci religioni e religioni!
Ora, fermo restando che la parte più importante della frase di Bergoglio è "mai uccidere in nome della religione" e che un cazzotto per un' offesa si può anche rischiare, la questione della libertà di satira è più seria di quel che sembra; già spuntano qua e là i primi revisionisti, quelli del "je suis Charlie ma...", tuttavia io credo che la libertà di satira sia un pezzo della libertà di opinione che è a sua volta parte fondante della Libertà.
Certo, non è sempre facile definire che cosa sia satira e che cosa no, un disegnatore ha detto che essa si muove sempre dal più debole contro il più forte e questa mi pare comunque una caratteristica utile a identificarla.
Una volta identificata la satira, credo che sia giusto magari discuterla, anche contestarla, ma nutro qualche dubbio sull'opportunità di limitarla, perché allora si porrebbe la questione su chi avrebbe il diritto di porre limiti alla libertà di opinione, e questa questione, generalmente, viene risolta proprio dal potere, in evidente conflitto di interessi in quanto bersaglio della satira. 
Insomma, io capisco bene che alcuni strumenti dialettici possano risultare offensivi, specie nei confronti di chi fonda la propria esistenza sui dogmi, ma il contrario, cioè vivere entro limiti d'espressione o nell'ipocrisia di pensatori non liberi,  mi pare peggio.
Di fronte a un'offesa di carta sarebbe opportuno instaurare una legge del taglione universale, applicata alla lettera: parola contro parola, vignetta contro vignetta, canzone contro canzone, trovando giustificazioni alle uccisioni solo nel principio giuridico della legittima difesa che le ammette esclusivamente per salvare la propria vita o quelle di altri.
Non so se le religioni si avvantaggerebbero con queste regole, gran parte delle madri certamente sì.

mercoledì 7 gennaio 2015

Assassini

Sembra di essere scoperti e indifesi rispetto a eventi come quello che un pugno di assassini ha costruito a Parigi.
Sono anch'io tra coloro convinti dell'impossibilità di proteggere ogni obiettivo da atti di terrorismo.
E, d'altra parte, tragedie del genere rischiano di generare più effetti collaterali, che è proprio ciò che vuole chi che le allestisce; alimentano la diffidenza, la paura, l'intolleranza, in un cancro composito che cresce sempre di più, portando spesso con sé altre metastasi per emulazione o reazione.
Credo che l'unica speranza per uscirne sia, da una parte, erodere terreno alla disperazione, quella generata da una crescita esponenziale della sperequazione delle risorse, grazie all'egoismo eletto a dottrina economica; dall'altra contarsi, tra moderati e tolleranti e prendere nettamente le distanze dagli assassini, ogni volta che si può.
Che parlino i musulmani non violenti, ma che parlino tanto, a alta voce  e ogni volta che possono, che parlino ufficialmente i rappresentanti politici degli islamici moderati e chiunque nella cultura islamica abbia un seguito, spiegando al mondo la propria posizione condivisa con quella dei cattolici moderati, pretendendo di distinguersi dalla feccia.
Che si gettino nuovi  ponti tra oriente e occidente ogni volta che qualcuno di essi viene minato.
Non deve essere lasciato terreno di coltura agli assassini il cui unico credo è uccidere.
Sembra che uno dei poliziotti di Parigi, giustiziato senza pietà sul marciapiede, fosse musulmano, e Bernard Maris, economista, un'altra delle vittime illustri dell'attentato, teorizzava un'economia "etica", contro il liberismo sfrenato e egoista che sta riducendo il mondo una polveriera.
Anche se c'è chi si impegna per farla sembrare una guerra di religione, io credo che nelle teste tagliate, negli innocenti ammazzati non ci sia religione alcuna.   

venerdì 2 gennaio 2015

Possiamo prendercelo noi?

Ho letto l'articolo di Messori sul Corriere Della Sera, che esprime una serie di riserve sul pontificato di papa Francesco e ho firmato subito il documento di solidarietà, redatto da don Farinella a favore di Bergoglio.
Secondo Messori, le parole e le azioni del pontefice sarebbero spesso contraddittorie, tali da indurre in confusione il cattolico medio.
Mi domando quanta confusione generi nello stesso cattolico medio la lettura  e lo sforzo di adesione ai vangeli, a quella che viene tramandata da secoli come la parola di Cristo.
Ho infatti l'impressione che Bergoglio cerchi di attenersi a quella dottrina (infarcita di povertà, semplicità, amore, coraggio) molto più di altri suoi illustri predecessori; sicuramente molto più dei principi della curia, tanto che, visto che sono stati alcuni di questi stessi principi ad averlo eletto, l'unico dubbio che mi resta su di lui è che mi pare troppo bello per essere vero. Se fossi molto religioso potrei pensare perfino che la sua elezione è il frutto di un miracoloso obnubilamento indotto dallo Spirito Santo nel conclave. 
Fosse così, l'opera dello Spirito Santo ha prodotto anche pregevoli effetti collaterali; per esempio: non mi era mai capitato prima di papa Francesco di assistere a esternazioni così veementi e evangeliche da parte del cardinale Bagnasco, presidente della CEI, che è passato con disinvoltura dalla difesa dell'operato conservatore del cardinale Siri ai funerali di don Gallo, a frequenti dichiarazioni in soccorso dei poveri e degli oppressi, contro la cattiva politica e a favore del lavoro.
Insomma, con buona pace di Messori, sembra che l'ufficio marketing del Paradiso l'abbia proprio azzeccata. E allora, visto che siamo in regime di miracoli, non è che la Divina Provvidenza ha un Bergoglio pronto anche per questo sciagurato Stato?