da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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martedì 21 dicembre 2010

Buon Natale (e felice anno nuovo)

Sono stato accusato, l'anno scorso, di auguri troppo frettolosi.
Faccio ammenda dedicando, a tutti coloro che passano di qui, insieme ai miei auguri, la poesia di Natale.
Che si intitola, appunto: Natale

Se questo Natale
non fosse così freddo
e perduto
agli angoli delle strade

Se questo Natale
non avesse buchi
nel cappotto
e la pancia vuota

Se questo Natale
caduto nella neve
potesse far sorridere
non di scherno

se questo Natale
insomma
non avesse un cognome e,
per giunta,
di cognome non facesse -Esposito-
nessuno gli direbbe:
"Vattene via, puzzone!"

lunedì 20 dicembre 2010

E il divertimento?

Gasparri, La Russa e compagnia sono diventati statisti veri.
Non si può più negare: hanno compiuto il salto di qualità.
Lo dimostra il fatto che siano perfino disposti a rinunciare al loro divertimento in nome della Ragion di Stato.
E quindi, a malincuore, sembrano orientati, insieme ad altri degni compari, a rigettare l'appello di Emilio Fede: "Manganellate agli studenti" a fronte di una soluzione molto più pacifica, ancorché noiosa: "Arrestiamoli prima delle manifestazioni."
Con buona pace di un'altra libertà costituzionale, che sancisce il diritto che hanno i cittadini di manifestare pubblicamente il loro pensiero, perfino il loro dissenso.
Con buona pace della Storia e dell'attualità che hanno già visto e vedono provvedimenti analoghi attuati in regime di guerra e di dittatura.
Però loro appartengono allo schieramento che si autodefinisce moderato; di più: il partito dell'amore, ricordate?
E certo che è una fortuna non averli militanti nel partito dell'odio!
Ma forse sono io che faccio confusione.
Forse tutta questa gente è solo "diversamente democratica" e adesso ha finalmente dato prova della sua grande umanità proponendo di rinunciare alla gioia di rompere un po' di teste di operai, pensionati, ricercatori, studenti (come dire: la feccia di oggi e quella di domani), disposta a privarsi di un'indubbia soddisfazione in nome della pace sociale.
A margine una considerazione banale: le nostre leggi democratiche, quelle precedenti, permettono già di punire i responsabili di reati.
Hanno purtroppo il difetto di non dare al potere l'opportunità di eliminare o diminuire il dissenso attraverso la repressione, a meno di non procedere a falsificazioni e depistaggi che non sempre riescono bene.

lunedì 13 dicembre 2010

Fusse che fusse...

Come diceva il grande Nino Manfredi.
Forse questa è davvero la volta buona; se il mercato delle vacche non sortisce gli effetti sperati; se, al di là dello strapotere finanziario e affaristico, esiste un residuo di dignità nei "politici" oggetto e soggetto di interessi vergognosi; se avessero davvero a cuore le sorti e la cultura del Paese....
Mentre scrivo mi sembrano tutte ipotesi non facili al riscontro, eppure ci sono ancora, in Italia, esempi di onestà e rigore inimmaginabili che inducono all'ottimismo; guarda caso, invisi alle lobbies imperanti.
A questo proposito suggerisco a tutti la lettura di "NE VALEVA LA PENA" il libro scritto dal piemme Armando Spataro.
Quest'uomo, che oggi fa parte di quella categoria di magistrati così spesso insultati e vilipesi dal nano e dai suoi sodali, probabilmente risulta loro insopportabile anche per la sua statura.
Da quel che ho letto finora, capisco che al cospetto dei microbi al comando, la figura di Spataro risulti quella di un insopportabile gigante.
Nel libro si parla del processo a Curcio, in cui l'allora giovane pm ha probabilmente messo in gioco, per la prima volta, la sua vita, onorando la sua funzione di servitore dello Stato (allora l'accusa era di essere una "toga nera"); si parla degli attentati, dei terroristi e delle loro vittime; del sequestro di Abu Omar che è storia attuale.
Di tutto questo si racconta con serenità e senza retorica, attraversando fasi cruente e cruciali della nostra Storia in maniera analitica e semplice, tanto priva di enfasi da risultare commovente.
Leggendo, ho visto un'altra Italia, un'Italia neanche tanto lontana che, colpita, ha saputo reagire facendo leva su alcuni uomini di grande caratura, anche ignoti, e su valori che oggi vengono traditi e irrisi.
Credo che quest'Italia ci sia ancora, da qualche parte, magari sotto traccia, anzi, ne sono sicuro, ed è proprio quando riconosco le prove dell'esistenza di uno dei suoi grandi rappresentanti, costantemente messo in discussione da chi non ha mai avuto un atomo della sua forza morale e del suo coraggio, che mi consolo: c'è ancora speranza, e sto dalla parte giusta.
Forse ce la facciamo a cambiare...