da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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mercoledì 25 febbraio 2015

o rai o morte

Altra polemica di cui non sentivamo il bisogno, quella scaturita dall'intenzione del governo di avviare la riforma della RAI.
Si tratta, evidentemente, di una questione più importante di quanto appaia a me e a molti altri cittadini italiani.
Per la verità, in un momento come questo, dando per scontato che si stia alacremente lavorando sotto traccia su Libia, lotta al terrorismo, rimpatrio dei due marò (argomenti che, sicuramente, stanno al cuore nostro e del governo più della RAI), spenderei energie su almeno quattro argomenti che mi paiono prioritari, perfino più della sbandierata responsabilità civile dei giudici.
Cito: 1 esodati  2 riforma pensioni (nel senso di mitigare, almeno, gli effetti nefasti della Fornero. Vorrei che qualcuno mi spiegasse quando entrano nel mondo del lavoro i giovani, se gli anziani devono prima morire) 3 conflitto di interessi sempre promesso e mai affrontato 4 falso in bilancio che non mi sembra così tanto penalizzato. 
Direi che la RAI può aspettare almeno lo scioglimento di questi nodi. 

sabato 21 febbraio 2015

non ci sono più le mezze stagioni

La propaganda è un'arma potentissima.Ne abbiamo, in questi giorni una tragica conferma dalla sempre maggiore accuratezza con cui i tagliagole confezionano i loro ributtanti messaggi per diffonderli in tutto il globo.
Ed è propaganda anche quella con cui, da anni, il marcio capitalismo finanziario al potere cerca di convincerci della bontà delle ricette con cui si affamano i molti e si arricchiscono i pochi (ricette che, a mio avviso, hanno anche la responsabilità di ingrossare  le file di eserciti di disperati). Quante volte ci siamo sentiti ripetere, negli ultimi anni, che "sinistra" e "destra" sono concetti ormai superati, che non esiste più la lotta di classe? Il risultato è che, oggi, un governo presieduto dal segretario di un partito, nato di sinistra, ha varato il jobs act, sistema di regolamentazione del lavoro che viene avversato dal sindacato e applaudito da confindustria.
Come ha scritto Michele Serra, non è vero che ormai gli interessi dei lavoratori e degli imprenditori coincidano sempre e comunque (altra propaganda), questo può accadere solo a volte, e l'esempio principe è quello dello stipendio: è interesse dei lavoratori che sia più alto possibile, mentre gli imprenditori che hanno come obiettivo primario il profitto, hanno interesse a risparmiare il più possibile sul costo della mano d'opera.  
Poi c'è l'affabulazione edificante, e a volte perfino reale, dell'imprenditore lungimirante che comprende quanto sia produttivo avere "collaboratori" soddisfatti, ma credo che si tratti di casi percentualmente irrilevanti.
Preso atto di questo, io diffido parecchio degli abbracci tra Renzi e Marchionne.
Il dato è comunque sempre quello: mai come come oggi è aumentata la divaricazione tra i ricchi arroganti e avidi e gli altri; ricchi che, con la complicità di una classe politica connivente, sembrano aver vinto la battaglia della propaganda, tanto da indurci a credere di essere tutti nella stessa barca, su cui però non sono loro a vogare.
La realtà dei fatti è che questo sistema sta portando il mondo verso un nuovo (dis)ordine. 
Ultimamente ho in testa uno scenario da romanzo: il popolo Greco risolve tutti i suoi problemi di sussistenza grazie all'aiuto della Russia di Putin e ne diventa testa di ponte, motivato anche dal rancore nei confronti dell'Europa, non importa se giustificato o meno.
O magari arrivano i tagliagole dell'isis che sono maestri a convogliare la disperazione e si alleano con i capi di alba dorata.
Si, lo so che che un'alleanza tra nazisti e islamisti sembra un po' forzata, ma, del resto, se un segretario del PD è applaudito dalla confindustria più che dai lavoratori, vuol dire proprio che non ci sono più le mezze stagioni. 
C'è da lavorarci un po', ma ne potrebbe uscire una bella storia, a patto che non si trasformi nella Storia.