da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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venerdì 29 giugno 2012

L'Italia è una Repubblica affondata sul lavoro

L'articolo 1 della nostra Costituzione lo conoscono anche i bambini:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro"
Ci sarà un motivo se il lavoro viene citato proprio in apertura, come parte di una sorta di articolo madre, da cui discendono gli altri che, senza di esso, non potrebbero nascere.
E, poco più avanti, l'articolo 4 recita: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto."
Quindi, non solo riconosce, ma promuove il diritto.
Diritto che oggi la ministra Fornero, che, in qualità di Ministro del Lavoro ricopre proprio la carica preposta più di ogni altra emanazione repubblicana alla salvaguardia e alla promozione del diritto medesimo,  nega.
La presuntuosa professoressa forse, oltre alla Costutuzione, dimentica che senza il riconoscimento del lavoro come diritto, non avrebbe senso nemmeno l'esistenza di un Ministro ad esso preposto.
Per la verità, l'idea che Elsa si immaginasse più come un ministro del licenziamento dal lavoro, mi aveva già sfiorato, ma di cantonata in cantonata, mi pare che questa tecnica insigne abbia perso di vista gli scopi, se mai li ha avuti chiari.
Ora, è vero che quando imperava Cialtron Escort, il suo ministro del lavoro era lo sciagurato Sacconi che, tra le altre porcherie, ha tenuto fermi gli operai sotto la mannaia del maramaldo Marchionne, tra l'altro, senza nemmeno vergognarsi di plaudire alla novità dei contratti "contra personas", ma, via, non si potrebbe trovarne uno o una normale? Che almeno sappia che cosa è la Costutuzione, che cosa significa la parola "diritto", che cosa vuol dire "lavoro".
E magari, esageriamo, che conosca anche la fatica di vivere dei lavoratori.

mercoledì 20 giugno 2012

Evviva.

Sembra  che si debba esultare perché, in Grecia, la sinistra ha perso.
In buona sostanza, l'Europa (il mondo?) dovrebbe tirare un sospiro di sollievo perché i politici che hanno contribuito a portare quel paese al disastro, sono di nuovo in sella.
Mi sembra follia, ma ha una sua logica.
Finché il potere delle finanze bastarde e dei mercati maledetti sarà quello che detta legge, ci sta eccome che spinga per la propria conservazione.
In parole povere, una svolta verso un modo diverso di concepire l'Europa andrebbe contro gli interessi di questa Europa, fondata sul profitto e non sulla solidarietà, fondata sul principio, certo non di sinistra, che il guadagno sia svincolato dall'etica, accompagnato dall'idea che la destra ha della meritocrazia: chi è capace deve vivere al meglio delle sue possibilità e chi non ce la fa è destinato a perire.
Il colmo, la beffa oltre il danno è quindi insita nel fatto che a questa situazione di temporanea stabilità nella conservazione (reazione?), dovremmo perfino essere grati perché ci permette di prolungare un'agonia che vede coinvolti soprattutto (esclusivamente?) quelli che non l'hanno meritata.