da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 28 febbraio 2013

Caro Beppe

Pubblico le poche righe che ho inviato al blog di Beppe Grillo

Caro Beppe,
tu non mi piaci. Ti ho sentito dire un sacco di belinate da comico e mi sono divertito moltissimo, te ne ho sentito dire altre da politico e non ho riso per niente. Credo che il tuo ego sia un problema grosso, ancora più grosso adesso che riguarda tutto il paese. (Combinazione, l'unica volta che non insulti o critichi Napolitano è la volta che ti ha difeso.)
Il punto però non è questo. Che tu mi piaccia o no, alla gente piaci e in democrazia questo conta.
Allora, facci un favore, se anche non ti piace Bersani, trova un accordo sui punti che sono qualificanti per te e per lui, risparmiaci l'instabilità e il riavvicinamento al baratro economico, aiutaci a liberarci di Cialtron Escort e dei suoi.
Se rinunci a un po' delle tue libidini attoriali, magari riesci davvero a fare qualcosa che merita di essere ricordato, insieme a tutti noi che, senza gridare, senza insultare, cerchiamo di costruire un'Italia migliore, meno corrotta, più equa,più sana.
Invece di esaltare le differenze, forse questo è il momento di cercare i punti di contatto. E ce ne sono.
Temo invece che se ti ostini a fare il cavaliere senza macchia (a proposito, guarda che forse in giro c'è gente che macchie ne ha ancora meno di te.), magari alle prossime elezioni becchi una maggioranza bulgara, però ti potrebbe capitare di regnare sulle macerie di un paese distrutto da scelte insostenibili e velleitarie.
MI restano pochi caratteri per spiegarmi, ma penso che il referendum sull'euro, per esempio, sia una minchiata; al posto suo preferirei un'Italia forte e stabile che potesse dire un po' di più la sua in Europa; mi pare un'altra minchiata quella che mi risulta una tua antica avversione allo ius soli e ce ne sono parecchie altre.
Invece sui costi della politica ridotti, sul falso in bilancio, sull'evasione, sul lavoro,(chissenefrega delle tasse se ho i soldi per pagarle e i servizi che funzionano) Bersani lo trovi. Fa il bravo, ora che hai la bici, pedala un po'senza portarla contro il muro.

martedì 26 febbraio 2013

day after

Sono più che preoccupato.
Avessi vent'anni, me ne andrei da questo paese che mi piace molto di più di una consistente fetta dei suoi abitanti e che mi pare perdere tutte le occasioni per darsi un futuro.
Sento provenire da più parti le analisi sugli errori di Bersani e del PD -non si doveva dire che si sarebbe smacchiato il giaguaro- -non si doveva dormire sugli allori delle primarie-  -si doveva candidare Renzi-  Mi vengono in mente le scuse dei crumiri: -lo sciopero non si organizza di venerdì facciamo brutta figura-  -lo sciopero non si organizza di mercoledì, non lo fa nessuno (me compreso)- -non faccio scioperi politici- -non sciopero se non sciopera lui-
La realtà è che si trattava di crumiri. E la realtà è che si è votato in troppi per chi vuole liberalizzare il contante dando impulso all'evasione fiscale, vuole eliminare le intercettazioni per poter delinquere, ha eliminato il falso in bilancio, giustifica le tangenti, e propone mille altre promesse elettorali in bilico tra follia e immoralità.
Capisco chi ha votato Grillo, anche se non lo condivido. Ma il PDL? Gli Scilipoti? I Razzi?
Gli acuti osservatori che parlano degli errori del PD in una situazione del genere mi sembrano medici che, in presenza di un'emorragia all'arteria femorale, discutono sul colore del cerottino da applicare mentre il paziente non può già più essere salvato.

martedì 19 febbraio 2013

Elezioni

Siamo alla vigilia del voto. E anche se non va di moda, io sono elettrizzato. E ottimista.
Elettrizzato perché forse abbiamo l'occasione di cominciare davvero a cambiare questo paese o, almeno, di eliminare alcune scorie; ottimista perché credo che sia difficile peggiorare la situazione presente.
Per sgomberare il campo da equivoci: sono uno di quelli che nella politca ci credono, e faccio distinzioni, prima,  tra politica e politici, e poi, tra politici e politici. -Sono tutti uguali- per me non esiste. Nessuno di noi è uguale a un altro e tanti di quelli che vorrebbero i politici indistintamente al rogo, li ho sentiti dire e li ho visti fare cose che mi fanno pensare solo all'invidia.
Detto questo vado a esaminare le coalizioni, dal peggio al meglio, secondo le mie valutazioni personali.
Peggio di tutte, a molte lunghezze dalle altre, Cialtron Escort e Bobo,
Dell'uno, non si sa più che dire in negativo. Zotico, contrario alle regole, arrogante, falso, l'unica sua caratteristica posseduta in quantità inimmaginabili su cui campa, politicamente parlando, è la faccia di bronzo.
Mente con una spudoratezza forse possibile solo nel nostro paese e con questo pubblico.
Maroni si dovrebbe vergognare di riflesso. Se non bastano le quote latte, il razzismo più o meno latente, la sciocchezza della voglia di uscire dall'euro, se non basta l'intercettazione di Orsi che dice, più o meno, che se non era per la Lega, col cavolo che stava lì dove sembra abbia distribuito tangenti prontamente giustificate  da Al Cerone, se non bastano gli scandali da cui Bobo sostiene di essere uscito a colpi di ramazza, c'è l'inganno evidente di chi si presenta con una coalizione guidata da un candidato fantasma e dice, dopo mesi di proclami contro il PDL, terminati, appunto, nella cialtronesca alleanza: "Berlusconi è il mio presidente preferito."
Bobo è sulle orme del suo mentore.   
Secondo, a partire dal basso, Beppe Grillo. Antidemocratico, settario, ricordo bene le arrabbiature del paladino della trasparenza, quando venne pubblicata la sua dichiarazione dei redditi sul tanto amato web; ricordo la sua posizione sullo ius soli, sui  fascisti, sulla mafia. Le spara grosse, e tutte sulla croce rossa. La sua è la politica-Pampero, quella che si può ascoltare nei peggiori bar di Caracas.
I grillini, per ora, sembrerebbero meglio. Ma non mi fido troppo.
Terzo Giannino. Ma sarà che gli economisti spocchiosi mi stanno antipatici e i giornalisti economici  che vogliono insegnare le regole del mercato, dando per scontato che si tratti di un gioco pulito,  ancora di più.
Quarto Ingroia. Non lo capisco. Non mi sembra abbia una gran preparazione politica, è piovuto nell'agone dall'oggi al domani, se non diventa parlamentare può tornare a fare il giudice, e questa non è una bella cosa.
Quinto Monti con il suo contorno di paraculi, di cui Casini è l'espressione principale.
Gli riconosco il merito di averci tirato fuori dai guai, e ancora un po' di onestà intellettuale, nel senso che forse crede davvero in quello che dice. Ma la sua ricetta per salvare il mondo se ne infischia degli effetti collaterali, rappresentati da operai, pensionati, lavoratori. Marchionne docet. 
Bersani uber alles. L'unico che non perda occasione per sostenere che la ricetta per uscire dalla crisi è il lavoro. L'unico che sembra avere i piedi per terra  e dosi massicce di buonsenso. L'unico che mi dà l'idea di pensare all'equità sociale.
Se devo dirla tutta, poi, io mi sento molto vicino a Nichi Vendola e spero che serva a sorvegliare e pungolare il nuovo governo senza cascare nei tragici errori della sinistra radicale del passato.
Speriamo di vincere e di vincere senza discussioni. 
Chissà che con Hollande in Francia e Bersani in Italia anche l'Europa non possa migliorare.

Se interessa: il mio nuovo romanzo è in dirittura d'arrivo. Si tratta della seconda avventura di Renzo Parodi e del fido Marotta. Sono a buon punto.