da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 31 ottobre 2013

bullismo mediatico

La notizia è che, in una scuola media, non importa dove, il preside ha denunciato alcuni ragazzini responsabili del pestaggio di un compagno disabile e, a quanto parrebbe, non ha fatto differenza tra gli esecutori materiali della violenza e coloro che vi assistevano, riprendendo il fatto con i telefonini.
Secondo me, però, la gravità di ciò che è accaduto sul momento tra i ragazzi è stata ulteriormente incrementata dalle reazioni di alcuni  genitori che si sono schierati dalla parte dei figli coinvolti, ritenendo troppo severo il preside.
Voglio fare tutti i distinguo possibili. Ero un alunno abbastanza turbolento, mi è capitato di fare a botte, magari mi è anche capitato (ma qui i dubbi si fanno più seri) di fare il bullo con qualche compagno più timido, ma, per mia fortuna, durante tutto il mio percorso scolastico non erano stati inventati i telefonini, né il cinismo ebete che troppo spesso li accompagna; inoltre, qualsiasi cosa mi abbia imputato un educatore, i miei genitori hanno sempre rincarato la dose.
Proprio da qui parte l'aspetto più pericoloso della vicenda: ai ragazzi protetti sempre e comunque da padri e madri che non li ritengono mai colpevoli di alcunché solo per il fatto di essere figli, si prepara un futuro con poche speranze di diventare cittadini responsabili e di formare una società civile.
Ognuno di questi ragazzi, di fronte all'imposizione di regole si sentirà vittima di un'ingiustizia, perché gliel'ha detto la mamma, o il papà, che lui non ha colpa o che la punizione è eccessiva.  
E così il tentativo di aiutarlo nella formazione del carattere e di quei valori che gli diano percezione del bene e del male è minato proprio dalle persone che più di ogni altra dovrebbero desiderarne il successo.  
E tanti fallimenti singoli finiscono per provocare il fallimento collettivo.

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