da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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giovedì 2 febbraio 2012

governo tecnico di destra

Premetto: meglio un'unghia di Monti e dei suoi ministri che tonnellate di ciccia di quelli che c'erano prima.
I giornali, però, riportano un paio di frasi del presidente del consiglio che sgombrano ogni dubbio residuo sulla paternità delle idee per le quali simpatizza il nostro governo tecnico.Le comunicazioni riguardano la "noia del posto fisso" e "l'apartheid generato dall'articolo 18".
La prima opinione non è nuova, la sento circolare da una trentina d'anni, l'ho sentita perfino in bocca alla sinistra, anni fa, perfino al sindacato.
Declinata con sfumature leggermente diverse, è stata la testa di ponte culturale che ha dato il via alla frana del precariato che ha seppellito quelli che ormai sono ex giovani e che continua a seppellire i giovani di adesso.
Dietro quella massima sono spuntati i contratti a tempo determinato, gli interinali, i co.co. eccetera, i falsi contratti professionali, che hanno smantellato garanzie faticosamente conquistate dai lavoratori nei decenni precedenti.
Dicevo che questa tragica baggianata ha funzionato, in tempi più lontani, anche a sinistra, e voglio credere che i sindacati, allora, l'abbiano ripetuta in buona fede, raggirati dalle proposte dei padroni in nome di un allargamento dell'occupazione.
Voglio essere così laico da presumere che anche Monti abbia detto la sua stupidaggine credendoci, anche se, alla luce degli effetti disastrosi di pluriennali politiche di "deregulation" e "flessibilità" che ognuno di noi ha sotto gli occhi, ci vuole un grosso sforzo a concedergli il beneficio della buona fede.
Resta il fatto che non ha funzionato e non funzionerà finché il paese non esprimerà davvero la possibilità di cambiare lavoro, ma lavoro serio e vero, per quanti lavoratori venissero immessi nel circuito di una rinata produttività.
Se vogliamo parlare di cambiamento di lavoro, dobbiamo prima accertarci, come minimo, che ci sia del lavoro da cambiare.
Per quanto riguarda l'articolo 18, poi, la posizione è talmente insostenibile che la posso comprendere in bocca a Sacconi, ma mi riesce difficile immaginare che davvero un uomo intelligente pensi che il modo migliore per tutelare tutti sia quello di eliminare tutele a chi già le ha. Sarebbe come sostenere (e giuro che, anni fa, una cosa del genere l'ho sentita venire da destra) la teoria che siccome in Italia c'è ingiustizia fiscale tra lavoratori dipendenti e pensionati, e lavoratori autonomi, bisognerebbe dare anche ai dipendenti e ai pensionati la possibilità di evadere il fisco.
Monti è quindi sicuramente un tecnico, nel senso che ha un ruolo politico svincolato dai partiti per quanto possibile, ma queste due affermazioni sono senza dubbio figlie del liberismo tanto caro a quel ceto sociale, o, per meglio dire, a quella classe, che ha portato il mondo in questa situazione terribile.
Dobbiamo lavorare perché si faccia strada un'alternativa alla vergognosa egemonia della finanza e del mercato sulle persone; e questo temo che Monti non lo farà mai.
Colgo l'occasione per parlare del treno fermo in mezzo alla campagna per 7 ore, con circa seicento passeggeri lasciati senza riscaldamento né generi di conforto, in molti casi, in piedi nei corridoi.
Mi domando come fanno i treni in Germania, o in Russia, quando nevica.
Immagino che la tundra tra Cesena e Forlì sia meno aspra di quella siberiana, eppure, in Italia, dove abbiamo frecce di tutti i colori, progetti ambiziosi di alta velocità, treni con scompartimenti dedicati a manager rampanti, forniti di tutti i comfort (sia gli scompartimenti che i manager), in Italia dicevo, la gente normale viaggia su treni sporchi e fatiscenti, pidocchiosi e cimiciosi, spesso rotti o bloccati perfino da una pioggerella appena più intensa.
Ora mi domando: ma Moretti (non Nanni, Mauro), l'AD delle Ferrovie, quello che l'anno scorso, in situazione analoga, aveva detto che i passeggeri dovrebbero salire su un treno portandosi dietro una coperta e un po' d'acqua, perché non si sa mai; quel Moretti lì, dicevo, che probabilmente prende un sacco di soldi per licenziare gente, dire minchiate e far funzionare le ferrovie solo per passeggeri da un certo reddito in su; quel Moretti lì che vorrei mettere, nudo, su un treno frequentato solo da pendolari, fermo nella campagna innevata; quel Moretti lì, insomma, non ce lo potremmo togliere dai piedi? Aiuterebbe l'immagine dell'Italia nel mondo e anche quella dell'Italia tra Cesena e Forlì.

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