da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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martedì 5 gennaio 2016

la triade

Dini, Amato, Fornero.
Che cosa hanno in comune?
Già, sono gli autori di tre riforme delle pensioni che hanno sottratto diritti ai lavoratori, ai pensionandi e ai pensionati.
Certo, si dice che abbiano messo mano a un sistema che, nei momenti presi in esame, rischiava di collassare, in parte  anche per festose gestioni Mastrapasquali o a esse assimilabili..
In ogni caso, le riforme della triade hanno fronteggiato un'emergenza (perenne) e, immagino, siano state affrontate con la consapevolezza dolorosa della necessità di infliggere un rimedio poco migliore del male a molte persone che già non potevano permettersi di condurre una vita serena.
I tre personaggi hanno anche qualcosa d'altro in comune: sono tutti anziani e molto benestanti, anche in forza del loro cospicuo vitalizio.
Oggi ho colto un paio di risposte del vecchio e ricco Lamberto sulle riforme proposte dall'attuale presidente INPS, Boeri, che, forse in controtendenza rispetto al suo predecessore più interessato ai propri accumuli che a quelli dell'ente, si è permesso di proporre, per far fronte alla solita emergenza che stavolta riguarda anche una pletora di lavoratori lasciati senza pensione e senza stipendio dalla lacrimosa Elsa, la contrazione di pensioni e vitalizi eccessivamente cospicui, tra i quali spiccano quelli dei nostri tre riformatori.
Dini, in sostanza, ha mandato a dire a Boeri di farsi i fatti suoi (cosa che, forse per la prima volta sta facendo un presidente INPS occupandosi di pensioni) e ha aggiunto che lui non l'avrebbe mai scelto per quel ruolo (ma va?).
Mi pare di ricordare che la posizione del Dottor Sottile, titolare di pensione tutt'altro che sottile, sia poco differente. 
Della Fornero ignoro il parere sull'argomento specifico, ma non l'ho sentita esprimere dichiarazioni di appoggio alla proposta Boeri altrettanto accorate come quelle in difesa della sua "fabbrica degli esodati."
La triade riformatrice, quindi, in un contesto di crisi, ha gettato a mare i diritti di milioni di persone, spesso aggravando condizioni economiche già precarie; ma qualora una possibile riforma, in risposta a una crisi analoga, proponesse di intervenire sulle loro condizioni economiche di assoluto privilegio, non esiterebbe a scegliere di gettare a mare il riformatore.
Da ciò consegue che lo spirito riformatore che anima i nostri tre moschettieri attinge al principio del -Perbacco! C'è un limite a tutto!- ossia: i poveri possono diventare illimitatamente poveri, ma i ricchi non possono mai diventare meno ricchi, specie quando sono riformisti.

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