da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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domenica 31 gennaio 2016

Family gay

Forse ho già scritto qualcosa del genere, ma, dati gli ultimi sviluppi della polemica intorno alla legge Cirinnà, sento il bisogno di ripetermi.
Intanto, mi sono convinto che sia meglio sgomberare il campo da ogni ipocrisia e comincio con la più piccola: le unioni civili servono alle coppie dello stesso sesso, le coppie eterosessuali, se vogliono essere riconosciute e tutelate giuridicamente hanno a disposizione matrimonio religioso e matrimonio civile, non vedo quindi la necessità di offrire loro la ridondanza di un altra forma di unione istituzionalizzata, né capisco quale possa essere la grande lesione dei loro diritti, vista la loro libera scelta di sposarsi o no.
Profondamente diversa è la situazione delle coppie "omo" o "arcobaleno" o comunque le si voglia chiamare, quelle formate da due esseri umani, non necessariamente di sesso opposto.
Loro non hanno accesso ai diritti sanciti da un matrimonio e quindi, posto che, per me, la famiglia è dovunque si vuole che sia con amore e rispetto e solidarietà, hanno assolutamente bisogno di accedere  a diritti e doveri paritetici a quelli delle coppie sposate.
E se trovo, tutto sommato, accettabile, la posizione della chiesa, che si sistemerà la questione con i propri fedeli e con la propria coscienza collettiva, trovo insostenibile la posizione conservatrice di uno stato laico che dovrebbe essere libero da qualsiasi condizionamento di carattere religioso.
Passiamo alle grandi ipocrisie, adesso.
A parte la più grossa di tutte, quella solita, che ci porta a ridurre una questione politica e sociale di grande respiro a una squallida battaglietta partitica, a parte che aumentare l'accesso a un diritto non trascina automaticamente alla sua obbligatoria fruizione, né a portare via diritti a quelli che già li hanno, è mai possibile che parecchi dei nostri politici difendano a spada tratta un tipo di famiglia che non esiste nemmeno più come monopolio, che magari nemmeno loro praticano; e che lo facciano solo in un'occasione come questa, infischiandosene, per esempio, delle famiglie, perfino eterosessuali,  dei lavoratori, di quelle dei disabili, di quelle dei poveri, dei rifugiati, in ogni altra occasione?
Altra bufala colossale del family day è quella che ho sentito risuonare come un tamburo: "i bambini vanno difesi. No alle adozioni per famiglie gay anche quando uno dei due è genitore biologico"
Intanto,a proposito di ipocrisie, ditemi quali bambini vanno difesi, perché anche su questa affermazione, la cronaca quotidiana illustra diverse correnti di pensiero, poi sarà bene che si sappia che la proposta di legge prevede che, in caso di richiesta di adozione del figlio del compagno/compagna, (possibilità peraltro già esistente per le coppie etero), il tribunale dei minori, prima di concedere parere favorevole, valuti l'impatto del provvedimento sul bambino, e quindi sia obbligato proprio a difendere per primi gli interessi del piccolo.
E allora di che cosa stiamo parlando?
Io, per esempio, in questo panorama di infanzia negata, violata, recisa, magari da genitori etero in pieno diritto di esercizio delle loro funzioni, trovo addirittura che sarebbe meglio dare un figlio, rifiutato o orfano, a due uomini o due donne che non hanno con lui alcun legame biologico, ma lo desiderano davvero, piuttosto che farlo crescere nella violenza, nella solitudine o nell'abbandono.
Viva il family gay      

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