da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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martedì 20 marzo 2012

l'intelligenza offesa

Mi disturba parecchio essere preso per scemo.
E non saprei come altro definire l'atteggiamento di Monti e Fornero quando parlano (ancora!) di equità e di interesse del Paese.
Quale Paese? E quale equità?
La riforma del lavoro, nella migliore delle ipotesi, sembra funzionare come una turnazione perversa.
Posto che, davvero, generasse più posti per i giovani, si tratterebbe di quelli liberati dai licenziamenti dei lavoratori anziani, resi più facili dall'eufemismo della "maggiore flessibilità in uscita". Licenziamenti che, in forza del rapidissimo innalzamento delle pensioni, lascerebbero privi di qualsiasi tutela i "lavoratori in uscita" dal momento della loro estromissione fino al compimento del 67 anno di età (salvo ulteriori innalzamenti)
Il saldo dei posti di lavoro, quello dei disoccupati, quello della crescita, non cambierebbe.
Probabilmente per le aziende sarebbe meglio disporre di una forza lavoro più giovane; per le possibilità di sopravvivenza, gli anziani sarebbero invece svantaggiati.
Monti, per la verità, qualcosa di chiaro l'ha detto, quando ha asserito che la riforma del lavoro è coerente con quella delle pensioni.
E anche un esponente di confindustria, questa sera, ha candidamente ammesso che questa riforma deve permettere l'uscita di quei lavoratori che non potrebbero andarsene, visto l'allungamento dell'età pensionabile.
Camusso l'ha spiegato bene, e semplicemente: ognuna delle azioni portate a termine da questo governo è andata contro gli interessi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
E allora dovremmo pensare che gli interessi del Paese vadano contro gli interessi della sua parte economicamente più debole, oppure dovremmo ritenere che lavoratori dipendenti e pensionati siano contro gli interessi del Paese, forse rappresentati meglio dagli imprenditori, dai politici, dal mercato e dal capitale?
La verità è che spacciare tutta questa attività che penalizza una parte non piccola del Paese per equità, e continuare a fare appello al nostro senso di responsabilità, data la gravità del momento, è come toglierci la speranza, trattandoci anche come poveri imbecilli.

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