da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

Translate

giovedì 1 dicembre 2011

cambiare il mondo parte seconda

Ci ho riflettuto.
Ho partorito un'idea formidabile, di cui sono orgoglioso perché non era facile arrivarci.
Capisco che possa sembrare sconvolgente; alcuni la prenderanno come una provocazione, perfino come una teoria rivoluzionaria e sovversiva, ma io ve la propongo lo stesso, così come mi è venuta in mente. Attenti, eh!
L'idea è questa: "E se subordinassimo un po' di più il profitto all'equità?"
Scommetto che non ci ha pensato mai nessuno.
Vado a dimostrare con un esempio.
Quando si decide di riformare le pensioni per almeno tre volte negli ultimi anni, e di tassare il lavoro dipendente lasciando sostanzialmente immutati i privilegi di una infinità di soggetti di cui è più difficile quantificare le risorse, si fa un ragionamento "squisitamente" utilitaristico.
Una pensione da mille euro è più facilmente attaccabile di un panfilo battente bandiera panamense.
Tanto per dire, i parlamentari hanno sempre difeso i loro vantaggi economici sostenendo che influiscono in parte minima sul dissesto dello Stato.
Secondo questo ragionamento, è più produttivo pagare tre stipendi da 10.000 euro piuttosto che quaranta pensioni da 1.000.
La matematica non è un'opinione, e così, pure quando si tassa, chissenefrega se settemila euro (10.000-30%) bastano abbondantemente per il pane e il salame, mentre con settecento euro (1.000-30%) è praticamente impossibile arrivare alla fine del mese; per non parlare poi dei redditi occulti che, se tassati, potrebbero rendere infinitamente di più di quelli noti, ma chi te lo fa fare? Quelli noti sono lì, a portata di artiglio.
Però, matematica o non matematica, a questo punto se si volesse davvero invertire la tendenza per ripulire un po' il mondo e le coscienze, basterebbe già ragionare su quante famiglie di operai camperebbero con uno stipendio Marchionnico, o di impiegati con un reddito Berlusconico o con un vitalizio Amatesco.
Cominciamo dalla vetta, una volta tanto, giusto per provare l'effetto che fa, e può darsi perfino che, una volta tanto, non ci sia bisogno di arrivare alla solita base della piramide, costantemente raschiata.
Ora si dice che non c'è crescita anche a causa della contrazione dei consumi. Che ridere! (anzi, che piangere)
Dopo averli ridotti sul lastrico, si addossano ai poveracci le colpe di non avere più soldi da spendere.
Per tornare alla rivoluzione; io non dico di assegnare a Brunetta uno stipendio da travet (anche se se lo meriterebbe, non fosse altro per la inesistente produttività); né di mettere Silvio in condizioni di indigenza.
Ma se anche a questa bella gente toccasse rinunciare a qualcosa in proporzione ai sacrifici chiesti alla signora Cesira, o a Cipputi, non solo avremmo una società più giusta ma, sospetto, infinitamente meno povera.
Chiediamo, finalmente, dieci a un bidello solo dopo aver preteso mille dai Luchi Corderi o dai Marcegagli o da Le Russe.
Dice: ma perché tutta questa profumata elite dovrebbe tirare fuori soldi legittimamente guadagnati?
O bella! E Cipputi, allora? Che non ha rubato (nemmeno) lui?
E' l'emergenza, bellezza.
A noi lo dicono tutte le volte che ci spennano.

Nessun commento:

Posta un commento