da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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mercoledì 11 febbraio 2009

grande fratello

Quella sera, per la prima volta, mi sono sintonizzato sul grande fratello.
L'ho fatto, disgustato, dopo quattro frasi insinuanti di Bruno Vespa e poche di più di Eugenia Roccella, ugualmente insopportabili.
Dall'altra parte c'era Fede, a cui non sopporterei vedere affidato neanche un servizio sul decesso di un animale.
L'indomani, sembrava che l'aumento incredibile dell'indice d'ascolto sul reality demenziale fosse l'indice della pochezza dei telespettatori.
Non è venuta proprio a nessuno degli esperti l'idea che fossimo arcistufi di assistere a un macello, che il telecomando fosse un segno di protesta?
Credo che un tema del genere sia tanto complesso da poter essere affrontato, dal punto di vista legislativo, con molta difficoltà, solo da un gruppo di saggi con grande senso morale ed etica indiscutibile.
Dove sono, in questo disgraziato Paese? Sono gli assatanati dello share? Sono i politici senza scrupoli oppure quelli assolutamente imbecilli? Sono le schiere del papa tedesco che non si accorge di un'enormità uscita dalla bocca di un vescovo sull'olocausto (o forse sì?) e poi permette che qualcuno dei suoi chiami "assassino" un padre dotato di coraggio e forza sovrumana?
In questo momento, più ancora di quella povera ragazza che ha continuato a morire per diciassette anni, mi colpisce la sorte dei suoi genitori che sono così migliori di noi e che devono ancora sopportare valanghe di dolore, che noi tutti, a loro, potremmo risparmiare.

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