da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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sabato 22 novembre 2014

se questo è il meglio

Lo scrivo subito e mi tolgo il pensiero: Renzi è il meglio, politicamente parlando, a cui possiamo aspirare in questo momento.
Ciò detto, ieri sera, nella trasmissione di Crozza, in una scena riuscita che parodiava West Side Story, il nostro premier veniva ripetutamente definito "cazzaro".
Questa mattina ho letto un lungo intervento dell'Ego Della Bilancia su Repubblica e, purtroppo, ho avuto la sgradevole sensazione che la sua tendenza a fare il "furbetto" lo porti a volte a meritare la qualifica.
In mezzo a una serie di affermazioni facili da fare e da accettare, adoperate per sostenere la sua pretesa militanza a sinistra, nel difendere il jobs act, trattando dell'articolo 18 (già definito ostacolo rimosso (!) in altra occasione), Matteo se ne è uscito sostenendo che l'articolo in questione non è servito a granché, data la disoccupazione presente in Italia.
La buonanima politica di Di Pietro direbbe: "Che c'azzecca?" L'articolo 18 è una tutela, non serve certo a creare posti di lavoro, a quello dovrebbe pensare la politica rilanciando crescita e economia; non solo: la vigenza dell'articolo 18 non è riuscita comunque a contrastare innumerevoli licenziamenti, già possibili, nel nostro Paese, con fin troppa facilità, in barba proprio a una delle ridicole motivazioni addotte dalla destra per giustificare la sua battaglia feroce contro un diritto dei lavoratori: la panzana secondo cui in Italia sarebbe impossibile licenziare a causa dell'articolo 18.
E quindi, con licenziamenti ancora più facili, in Italia è inevitabile, in tempo di crisi e non, che la disoccupazione aumenti ulteriormente; temo ne avremo presto la prova.
La seconda occasione in cui Matteo è sembrato Pierino (non Di Pietro, ma quello delle barzellette), è verso la fine della lunga lettera quando, presumo col sottinteso "massimo rispetto", ha rimproverato al sindacato di manifestare contro il jobs act  e di non aver manifestato contro la legge Fornero.
A parte il fatto che, "col massimo rispetto", Renzi ha sempre fatto il possibile per alienarsi la disponibilità a qualsiasi trattativa da parte delle rappresentanze dei lavoratori; a parte il fatto che nessuno ha mai pensato che il sindacato fosse immune da errori, e proprio per questo potrebbe aver fatto tesoro di un'esperienza negativa per non ripeterla; se il nostro presidente del consiglio si dichiara implicitamente convinto che la la legge Fornero meritasse una forte opposizione, cosa aspetta a cambiarne i nefasti effetti su esodati, pensionati e lavoratori? Ne ha il potere lui molto più del sindacato. Non vorrà mica che qualcuno, tra qualche anno, possa rivolgergli una frase tipo: "Quando c'era da cambiare una legge che tu stesso giudicavi iniqua, tu dove eri?"
A volte viene da chiedersi se l'Ego pensa ai concetti che esprime o se pensa semplicemente che  i suoi interlocutori non siano in grado di pensare.
E questo, come dicevo,  è il meglio che abbiamo.

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