da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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martedì 25 gennaio 2011

furioso rabbioso

Ascoltando l'ultima indegna gazzarra televisiva provocata dal nostro ineffabile (caro Cetto Laqualunque, mi dispiace per te, ma sei stato superato), mi sono venuti in mente i versi del poeta Lodovico "Dirò D'Orlando in un medesmo tratto/ cosa non detta in prosa mai né in rima/ che per amor venne in furore e matto/ d'uom che sì saggio era stimato prima".
Vuoi vedere che l'Orlando Furioso costituisce un precedente letterario insigne al Silvio rabbioso?
No. La differenza sta enunciata negli ultimi versi trascritti; Orlando era stimato saggio, prima.
E, a ben vedere, il paladino perse la testa per una sola Angelica e non fu sorpreso mai a grufolare nel brago di molteplici tette e culi, cristiani e non.
In ogni modo ci sono le parole e i fatti, e qui il governo dell'insultare e del mentire cozza bruscamente contro il buon senso e le prove e le sue stesse azioni.
Non bastasse il problema giudiziario, ci sarebbe poi quello, enorme, etico, se qualcuno ancora afferra e digerisce questo vocabolo.
Come ha detto Zucconi, per esempio, con felice rappresentazione, chiunque si fosse presentato alla Casa Bianca accompagnato da Lelemora, probabilmente sarebbe finito a Guantanamo.
E che dire di un'altra a caso, la Santanche?
Una vera signora, con incarichi di governo, che deve aver frainteso il senso del motto in medio stat virtus.
Il paese, intanto, non migliora.
E a ogni secondo che passa con questi smandrappati al timone, mi brucia sempre di più la domanda: non è che, se non ce li scrolliamo di dosso, sarà perché ce li meritiamo?

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