da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni (Karl Marx)

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domenica 16 gennaio 2011

credibilità

Marchionne ha vinto il referendum FIAT.
Tanto di cappello agli operai coraggiosi che hanno votato no per non cedere a un ricatto; nessuno avrebbe scommesso che fossero così numerosi.
Adesso possiamo tutti immaginare che le regole cambieranno anche per noi.
E' la prima volta che in Italia si accetta che un contratto esca dalle norme fino ad oggi condivise dalle parti sociali. Non sarà l'ultima, temo.
Non dovevano essere gli operai a rifiutare il nuovo sistema imposto; doveva essere la politica, governo ed opposizione, a prendere in mano una trattativa che vedeva le pretese di un padrone contrapposte non solo alla necessità di molte famiglie, ma anche a disposizioni che la politica aveva fin qui riconosciute come giuste e universali.
Invece sappiamo tutti come è andata. Gli operai (i più deboli) sono stati lasciati soli e chi doveva istituzionalmente fungere da arbitro ha fatto addirittura il tifo per il padrone.
Ora, la giustificazione alle pretese di Marchionne è che non si poteva fare altrimenti.
Forse è così.
Ma era lo stesso Marchionne, pochi anni fa, a dire che era inutile prendersela con gli operai perché il loro costo incideva sulla produzione solo per un 6/7 per cento (saranno così decisivi dieci minuti di pausa in meno?); era lo stesso Marchionne a sostenere che la ripresa dell'azienda doveva puntare su una serie di nuovi prodotti di cui non si è ancora vista l'ombra; è lo stesso Marchionne, soprattutto, a guadagnare cifre iperboliche anche in forza delle stock options, le azioni FIAT che detiene e che variano di prezzo indipendentemente dall'occupazione che FIAT garantisce, anzi, certe dichiarazioni e anche i licenziamenti, possono contribuire a far salire il titolo e, di conseguenza, a far guadagnare in un attimo a Marchionne milioni aggiuntivi.
Allora la questione è, ancora una volta, quella della credibilità.
Quel valore dimenticato per cui una persona è tanto più corretta e onorevole (so di adoperare termini arcaici) quanto più fa coincidere le sue parole alle sue opere; quel valore che rifugge come la peste i vari conflitti di interessi.
Marchionne non è credibile, ed è addirittura insultante, quando dichiara spudoratamente: "Io sono un metalmeccanico", dall'alto dei suoi milioni guadagnati a prescindere dai risultati aziendali.
Non è credibile la Gelmini, ministro della pubblica (per ora) istruzione, che parla di meritocrazia, esibendo tutta la sua arroganza, ed ha un curriculum di studi molto inferiore a quello di uno studente decente.
Non sono credibili i ministri legaioli che vorrebbero appartenere ad un'altra nazione.
Non è credibile il presidente del consiglio che spara, tra altre, la balla della nipote di Mubarak per obbligare la polizia a rilasciare una sua amica minorenne.
Ci sono purtroppo moltissimi altri esempi di come gli Italiani (la maggioranza di essi) sembrino vogliosi di vivere in un paese incredibile per tutti gli altri.
Incredibile nel senso di cui stavo dicendo: del tutto e colpevolmente mancante di credibilità.

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